Un nuovo parco regionale che si estenda su 24 milioni di metri quadrati compresi nelle province di Monza e di Milano: è la proposta dei dodici comuni che invocano la creazione del polmone verde del Grugnotorto e che tornano all’attacco nel tentativo di coronare un sogno vecchio di alcuni anni.
Nei giorni scorsi i rappresentanti del parco Grugnotorto-Villoresi hanno consegnato al Pirellone le delibere dei consigli comunali che perimetrano il bacino che ingloba i territori di Bovisio Masciago, Cinisello Balsamo, Cusano Milanino, Muggiò, Nova Milanese e Varedo già compresi nel parco provinciale del Grugnotorto Villoresi, quelli di Seregno inclusi nel Brianza centrale e altri situati a Desio, Lissone, Macherio, Monza e Sovico.
La risposta dal Pirellone dovrebbe arrivare nel giro di un mese e potrebbe non essere positiva: «La giunta Maroni – spiega Arturo Lanzani, presidente del Grugnotorto e docente al Politecnico – non è intenzionata a costituire nuovi parchi regionali. Proprio per questo si potrebbe ipotizzare l’aggregazione di queste aree a quello delle Groane o a quello del Valle del Lambro anche se entrambi hanno caratteristiche differenti».
Il bacino delle Groane, precisa l’esperto, è sorto per tutelare boschi e zone argillose e, per questo, richiede interventi di riforestazione mentre quello della Valle del Lambro è stato pensato per difendere quel che resta del paesaggio collinare. «Il Grugnotorto – aggiunge Lanzani – comprende alcuni terreni agricoli e rappresenterebbe una frontiera ambientale tra le Groane e il fiume». Una sorta di riconoscimento potrebbe arrivare, aggiunge, anche attraverso una intesa formale con il Bosco delle querce di Seveso in quanto ente regionale: «Noi – aggiunge il presidente – chiediamo che il Pirellone individui un percorso che permetta di garantire stabilità alle attuali tutele sul verde per evitare che in futuro i comuni possano allentare i vincoli su queste zone».
L’operazione, precisa, richiederebbe una spesa esigua: «Il nostro – commenta – è un progetto low cost. Ora il Grugnotorto ha due dipendenti: un amministrativo e un tecnico part time che potrebbero essere supportati da personale distaccato dalla Provincia o da qualche altra istituzione. Per la piantumazione di filari e siepi e la riqualificazione delle strade sterrate parteciperemmo ai bandi regionali e a quelli di alcune fondazioni. Insomma: chiediamo un intervento strategico, non soldi».
Il riconoscimento del parco in un territorio altamente urbanizzato, specifica, porterebbe numerosi vantaggi: «Aumenterebbe – illustra il presidente – la sicurezza idraulica per la stessa città di Milano dato che il mantenimento della permeabilità del suolo vale quanto la realizzazione di alcune vasche di laminazione». Consentirebbe, inoltre, di creare nuovi spazi di aggregazione e percorsi nel verde in un territorio abitato da circa un milione di abitanti.