Jordan Tinti: fatta l’autopsia sul corpo, tra due mesi gli esiti

La salma del trapper Bernareggio Jordan Tinti è stato sottoposto all'autopsia e il corpo è stato restituito alla famiglia.

Una vita e una morte senza pace quella di Jordan Tinti, il 26enne rapper di Bernareggio, trovato senza vita in una cella del carcere di Torre del Gallo a Pavia, dove stava espiando una condanna a quattro anni e quattro mesi comminatagli dal tribunale di Monza per rapina con l’aggravante dell’odio razziale, commessa il 10 agosto del 2022 alla stazione di Carnate, ai danni di un operaio nigeriano. Il corpo del ragazzo, su disposizione della Procura di Pavia è stato sottoposto ad autopsia e ci vorranno almeno 60 giorni, co me ha fatto sapere l’avvocato Federico Edoardo Pisani, per avere il quadro completo sulle cause della morte per la quale è in corso un’indagine per omicidio colposo ma, sempre per l’avvocato Pisani, tutte le piste sono ancora aperte. Intanto il padre di Jordan, Roberto Tinti, che ha aperto una donazione di fondi per essere aiutato a far fronte a tutte le spese, legali e altro, che ha dovuto sostenere, e che da subito ha messo in dubbio che Jordan potesse essersi tolto la vita di sua volontà, ha pubblicato sui social una lunga lettera nella quale, pur riconoscendo la vita sopra le righe condotta dal Jordan, non lesina biasimo e critiche per chi avrebbe dovuto capirlo di più.

Jordan Tinti: la lettera del padre e la raccolta fondi

Siamo gli amici e il papà di Jordan Tinti, ennesima vittima di un sistema giudiziario e carcerario profondamente ingiusto – scrivono il papà e gli amici di Jordan – che anziché rieducare chi ha sbagliato continua a rovinare e a spezzare giovani vite nonostante la Corte europea per i diritti dell’uomo abbia in diverse occasioni condannato l’Italia per la totale assenza di diligenza da parte delle autorità preposte alla cura e all’assistenza dei detenuti. Dopo aver subito abusi di ogni genere in carcere e aver tentato due volte il suicidio – prosegue nella lunga lettera – era riuscito finalmente ad ottenere l’affidamento terapeutico in una comunità di recupero, che però è stato repentinamente sospeso a causa del ritrovamento di un cellulare e di un pacchetto di sigarette. Per quanto sembri incredibile, Jordan è stato rispedito proprio nello stesso carcere dove aveva subito i maltrattamenti e pochi giorni dopo è stato trovato morto in cella”.
Il corpo di Jordan è stato messo a disposizione dei familiari, ma sembra che non ci sarà la celebrazione di un funerale religioso. Sarà invece comunicata l’ora e il giorno per tutti gli amici e coloro che l’hanno conosciuto per un ultimo saluto presso il cimitero di Bernareggio.