Il Politecnico: «Le emissioni rilasciate dall’inceneritore di Desio sono minime»

Le emissioni rilasciate in atmosfera dal forno inceneritore di Desio sono minime. Infinitamente piccole rispetto ai valori massimi ammissibili dalle norme. Così uno studio de Politecnico. Il neo senatore Corbetta (M5S): «Solo fumo negli occhi, serve uno studio epidemiologico».
Il forno inceneritore di Desio
Il forno inceneritore di Desio

Le emissioni rilasciate in atmosfera dal forno inceneritore di Desio sono minime. Infinitamente piccole rispetto ai valori massimi ammissibili dalle norme. Per leggere i loro valori occorre far uso di un moltiplicatore con numero considerevole di zeri messi dopo il punto. L’hanno sostenuto il presidente di Bea, Daniela Mazzuconi, ed il direttore generale Alberto Cambiaghi durante la conferenza stampa convocata martedì 20 marzo, il giorno dopo aver presentato ai soci del consorzio i risultati dello studio commissionato nel settembre 2017 al Politecnico di Milano. Risultati giunti qualche settimana fa in direzione e ora resi noti a tutti, pubblicati in chiaro sul sito di Bea.

Secondo il professor Giovanni Lonati, firmatario dello studio, ed il suo staff del Politecnico, le emissioni del forno sarebbero cento e anche mille volte inferiori ai limiti, a seconda del parametro preso in considerazione: le polveri PM10, l’ossido di azoto, il cadmio, le diossine. Di più: le uscite in atmosfera dal forno sarebbero infinitamente più basse dell’inquinamento provocato dal traffico sulle strade principali che circondano l’impianto e le città che fanno parte del consorzio. Insomma, sarebbe il traffico sulla Milano Meda, sulla Statale 36, sulla Monza Saronno ad alzare i valori di inquinamento in zona e non il forno inceneritore.

E al risultato finale concorrono pure le emissioni della caldaie di industrie e abitazioni. Un dato sui tanti contenuti nelle tabelle che completano lo studio: le concentrazioni medie annue dell’impianto, nel 2017, sarebbero tra lo 0.0002 e i 0.00035 microgrammi per metro cubo, quelle del traffico da 2 a 3 microgrammi, il limite di legge 40 microgrammi. Lo stesso limite è fissato per l’ossido di azoto e le letture sarebbero tra 0.05 e 0.07 microgrammi per metro cubo per l’impianto e tra 6 e 10 microgrammi per il traffico.

«Quello del Politecnico – ha spiegato la presidente Mazzuconi – è uno studio addirittura cautelativo: non considera il traffico locale intorno all’impianto e le emissioni dalle caldaie. Col Politecnico stiamo avendo una collaborazione preziosa e speriamo che i dati ottenuti diano un contributo allo studio epidemiologico in corso, a cura della Ats. Vogliamo anche sfatare gli interventi allarmistici che si registrano da più parti». I dati sostengono pure una diminuzione del 60% dei valori di emissione rispetto al 2015.

«Grazie al potenziamento della linea di trattamento fumi eseguito nel 2016 – spiega il direttore Cambiaghi -. I calcoli sono basati su dati reali e ci sono di conforto». Le conclusioni dello studio del Politecnico portano alla conferma che l’area di influenza delle emissioni dell’impianto si estende su Desio, ma con valori bassi ed un sensibile ridimensionamento rispetto al passato e che le emissioni del forno danno un contributo modesto ai livelli di concentrazione in atmosfera rispetto all’impatto del traffico.

«Lo studio del Politecnico non è solo clamorosamente di parte, in quanto finanziato da Bea, ma è anche inutile rispetto a quello che sembra essere l’obiettivo principale per cui è stato commissionato: smontare la validità della mappa delle ricadute dei fumi elaborata dalla società Servizi Territorio su input del Comune» ha dichiarato Gianmarco Corbetta, ora Senatore dei 5 Stelle, che da tempo, insieme al resto del Movimento, chiede che sia effettuato uno studio approfondito sugli effetti delle emissioni del forno «L’unico modo per sapere se l’inceneritore abbia fatto male ai cittadini è quello di fare lo studio epidemiologico che il M5S chiede ormai da 10 anni e che ancora non si è riusciti ad ottenere.Tutto il resto serve solo a gettare fumo negli occhi, come se di fumo l’inceneritore non ne producesse già abbastanza».

«Apprezzo che Bea abbia finalmente intrapreso la strada della collaborazione e della trasparenza. Ci sono voluti anni, ma ora constato con piacere questo cambio di rotta» Il sindaco Roberto Corti commenta così la diffusione dei dati dello studio commissionato da Bea sulle emissioni del forno. «Sarebbe stato meglio se fosse stato realizzato 5 anni fa – aggiunge – ma va bene così». «Intanto, noi proseguiamo sulla nostra strada, puntando sullo studio epidemiologico che sarà effettuato da Ats. Per noi è più importante quell’analisi, che si focalizzerà sugli effetti delle ricadute del forno sulla salute della popolazione»