Una “talpa” che ha rivelato informazioni sull’indagine giudiziaria coperta da segreto e i : «tentacoli dell’imprenditore» che avrebbe persino corrotto un ufficiale giudiziario di Monza per evitare lo sfratto a un amico e cercato «attraverso l’ex assessore regionale alla Sanità Mario Mantovani (indagato) di far promuovere o trasferire amici medici degli ospedali di Monza e Desio».
L’imprenditore è Antonio Lugarà, calabrese, che ha ovviamente occupato gran parte della conferenza stampa avvenuta martedì mattina 26 settembre nel comando provinciale dei carabinieri di Milano. A parlarne diffusamente è stato soprattutto il procuratore Salvatore Bellomo, titolare dell’inchiesta con la collega Giulia Rizzo, della Procura di Monza.
«’Ndrangheta silente? – ha detto tra l’altro Bellomo di fronte ai giornalisti – A Seregno da tempo memorabile sapevano tutto. La criminalità non ha colore e va solo verso i profitto». Ha anche parlato di un «filo rosso che ha unito la precedente e attuale amministrazione comunale di Seregno» e di un «completo asservimento della pubblica amministrazione all’imprenditore … che trattava il sindaco come uno zerbino. Una cosa desolante» ha aggiunto.
«Il primo cittadino e l’amministrazione intera, ma anche i dirigenti comunali – ha aggiunto Bellomo – hanno agito supinamente. Qui non si parla di corruzione classica con dazioni di denaro ma di un gruppo che ha carpito il consenso popolare e il senso della democrazia»