Il consiglio di Vimercate dice no alla mafia insieme a De Lisi

Un consiglio comunale di Vimercate aperto per contrastare le mafie con lo scrittore De Lisi

Una seduta di consiglio comunale straordinaria a Vimercate per parlare di mafia, a trenta anni dalle stragi di Capaci e via D’Amelio. È quella che è stata convocata per martedì sera 13 dicembre e che ha visto come ospite Alessandro De Lisi scrittore e autore di “Un’estate a Palermo 1985, quando i boss persero la partita” nonché curatore generale della Fondazione Falcone.

Il consiglio di Vimercate e i 30 anni dalle stragi mafiose

L’ospite è stato intervistato dal presidente del consiglio comunale Davide Nicolussi che a inizio lavori ha spiegato le motivazioni della serata «Il consiglio è stato convocato perché era nostra intenzione portare all’attenzione una ricorrenza importante e sugli eventi che hanno segnato la storia del nostro paese e che lo riguardano tutto al di là della distanza geografica». Nicolussi ha invece espresso il proprio ringraziamento all’amministrazione per aver scelto proprio di organizzare un Consiglio comunale «È una delle rare volte che un’istituzione come questa si riunisce formalmente per raccontare questa storia – ha spiegato -. Quello di questa sera è un’atto straordinario, un’azione pubblica e istituzionale contro l’amnesia».

Il consiglio di Vimercate e il modo di disturbare la criminalità

Diversi i temi toccati durante il consiglio comunale partendo dal libro di De Lisi fino ad arrivare alla presenza mafiosa sul nostro territorio: «Essere qui per noi come Fondazione vuol dire occupare spazi e disturbare quella presenza criminale che si sta riprendendo con le difficoltà economiche delle imprese e le debolezze umane post pandemia». I lavori si sono conclusi con il sindaco Francesco Cereda che ha annunciato che l’incontro non sarà fine a se stesso ma la collaborazione proseguirà per arrivare a portare qualche altra iniziativa a Vimercate.

Il consiglio di Vimercate e l’impegno unanime dell’aula

Il consiglio ha infine approvato all’unanimità l’impegno «a utilizzare tutti gli strumenti a sua disposizione, compresa l’arte e la cultura del bello e del buono, per costruire ponti tra istituzione e società civile in un progetto collettivo e felice di lotta alla mafia e alla paura di proporre e dare vita alla nascita di una collaborazione con la Fondazione Falcone per trasformare la memoria in futuro, con la consapevolezza che non avremo mai la convinzione di fare abbastanza ma che è nostro dovere restare combattere e decidere insieme come dovrà andare a finire».