Il Tar di Milano si è pronunciato: ha vinto il no alla settimana corta. Il tribunale amministrativo regionale per la Lombardia ha annullato le delibere adottate dall’istituto comprensivo don Beretta di Giussano, in merito all’introduzione della settimana corta per l’anno scolastico 2024/2025. La sentenza, pubblicata il 30 dicembre 2024, è il risultato di un lungo iter giuridico avviato da un gruppo di genitori contrari alla modifica dell’orario settimanale.
Tar: riscontrate gravi carenze a livello istruttorio
La decisione di adottare la settimana corta -con cinque giorni di lezione invece di sei– era stata formalizzata dal consiglio di istituto nel novembre 2023. Tuttavia, il Tar ha rilevato gravi carenze nell’istruttoria e nella motivazione delle delibere, dichiarando che l’intero processo decisionale non ha rispettato le normative vigenti e i principi di trasparenza e partecipazione. In particolare, è stato evidenziato che il sondaggio somministrato ai genitori è stato condotto in modo irregolare, con informazioni poco chiare e una gestione organizzativa che ha sollevato molte critiche. Il cuore della controversia riguarda la mancata valutazione delle conseguenze didattiche e organizzative della modifica. Secondo il Tar, il collegio dei docenti e il consiglio di istituto avrebbero dovuto approfondire l’impatto della settimana corta sui carichi di studio degli alunni, nonché sulle esigenze delle famiglie e delle istituzioni locali. Inoltre, è stato sottolineato che la proposta non è stata adeguatamente discussa nelle assemblee dei genitori, precludendo così un confronto democratico.
Tar: nessun cenno alla settimana corta nel piano dell’offerta formativa
La sentenza richiama l’importanza di un processo decisionale trasparente e partecipativo nelle scuole. Il Tar ha affermato che il piano triennale dell’offerta formativa (Ptof) -documento cardine per l’organizzazione scolastica- deve riflettere scelte coerenti e ben motivate, elaborate con il contributo di tutti gli attori coinvolti. Nel caso di Giussano, è emerso che il Ptof non conteneva alcun riferimento alla modifica dell’orario settimanale, rendendo la decisione ancora più discutibile. Un altro aspetto cruciale riguarda l’assenza di un’adeguata motivazione da parte della dirigenza scolastica e del consiglio di istituto. Il Tar ha rilevato che i verbali delle sedute non offrono elementi sufficienti per comprendere le ragioni che hanno portato all’approvazione della settimana corta.
Tar: gli organi scolastici invitati a riprendere il processo decisionale
La questione ha coinvolto anche il comune di Giussano, inizialmente indicato come uno dei promotori della modifica per motivi di risparmio energetico. Tuttavia, il Comune ha smentito ogni coinvolgimento, precisando di non aver mai richiesto o sollecitato l’introduzione della settimana corta. Con questa sentenza, il Tar ha annullato le delibere contestate, invitando gli organi scolastici a riprendere il processo decisionale, garantendo un iter istruttorio adeguato e una motivazione chiara e trasparente.