C’erano tutti a Busnago per l’ultimo viaggio di Giada. C’erano gli amici con i compagni di scuola, di gioco e di oratorio. C’era una comunità, accanto a mamma Diana e papà Alessandro, colpita dall’inaccettabile vuoto scavato da una vita volata via troppo presto.
Folla a Busnago per l’ultimo saluto a Giada Pollara: chiesa e sagrato gremiti
Si sono tenuti giovedì pomeriggio i funerali di Giada Pollara, morta a 14 anni lo scorso venerdì. Il suo cuore si era fermato mercoledì, a scuola (l’istituto di scuola superiore Bellisario di Inzago) durante l’ora di educazione fisica e nulla avevano potuto i tentativi disperati di rianimarla, prima direttamente a scuola e poi all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo.
Una perdita che ha sconvolto tutta la comunità di Busnago e i tanti amici e conoscenti che giovedì hanno affollato la chiesa e il sagrato fino alla scalinata del parchetto del Comune che si affaccia sulla piazza.
Folla a Busnago per l’ultimo saluto a Giada Pollara: «Chi muore non muore, è viva nel nostro cuore e nel ricordo»
«Ci hai chiamati qui in tanti Giada tutti qui intorno a te, tutti intorno a Gesù – le parole di don Eugenio Boriotti durante l’omelia – Oggi una grandissima folla accompagna una madre e un padre in un un’ora tristissima. In tanti mi hanno fatto una domanda: perché? Perché morire così giovani? Perché morire in questo modo? Non lo so. Eppure ci sono alcune convinzioni che ci possono fare bene oggi e vengono dalla parola di Gesù e dal credere a quello che ci dice. Giada è viva perché è risorta, chi muore non muore. Questa è la convinzione che la Chiesa e la comunità cristiana vuole offrire a tutti noi in queste ore di tenebra. Giada è viva nel nostro cuore e nel ricordo, è viva nella vostra giornata, in classe, in gruppo. È sempre al vostro fianco. Giada tu sei per noi l’angelo più bello, per noi, per questa comunità ti ha cresciuto».
Folla a Busnago per l’ultimo saluto a Giada Pollara: campane a festa, volute dai genitori
Toccanti anche i messaggi letti a fine cerimonia: «Ogni giorno di Giada sembrava una corsa instancabile. Non si fermava mai perché era piena di vita. Era piena di desideri e sapeva comunicarli con un candore e trasparenza che disarmavano. Il più grande di questi era che le persone che amava si incontrassero in un unico posto come non era mai accaduto. Questa è la sua grande magia. Ci ha portato tutti qui insieme e non dobbiamo farci confondere dalle circostanze. Non è il dolore la calamita che riempie questa chiesa ma è l’amore. Tutti quelli che la amano sono qui oggi, pieni di legittima rabbia ma uniti dallo stesso sentimento. E questo è una specie di miracolo».
Fuori dalla chiesa il viaggio di Giada è stato salutato dal lancio di palloncini bianchi e dalle note della canzone A modo tuo di Elisa dai rintocchi delle campane suonate a festa perché, come chiesto dai genitori, questo momento fosse appunto «di festa come quelle che Giada non ha avuto e non avrà».