Era un sabato il 20 febbraio del 2020: intorno alle otto di sera di quelo giorno all’ospedale di Codogno, nel lodigiano, un primo tampone positivo è stato il punto di partenza in Italia di una pandemia di cui ancora, nonostante tutto , non si vede la fine, per quanto la situazione Covid-19 sia in netto miglioramento.
“Tra le giornate di oggi e domani saranno trascorsi due anni dal giorno in cui anche in Italia venne trovato il primo caso di coronavirus – ha scritto il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, la mattina di domenica 20 febbraio 2022 – La Lombardia, come poche altre zone del mondo, è stata travolta da uno tsunami. Ognuno, per quanto possibile – e cito per tutti medici, infermieri, personale sanitario e migliaia di volontari della Protezione Civile – ha messo in campo un’enorme solidarietà e grandissime competenze”.
E ancora: “Un pensiero particolare va a chi non c’è più, a loro una preghiera” a fronte di quelle che nei dati di sabato 19 febbraio, sono state 38.286 morte per le conseguenze del Covid. “Ora guardiamo avanti consapevoli che la situazione sta volgendo al meglio e che proprio quello stesso spirito di compattezza che ha contraddistinto i giorni più difficili, sarà l’elemento vincente per affrontare insieme e con ottimismo il futuro. Ancora grazie a tutti i lombardi per quello che hanno fatto e continueranno a fare”.
Lunedì 21 febbraio, alle 17 all’ex ospedale Soave di Codogno, Regione Lombardia, in collaborazione con Asst-Lodi e Comune hanno organizzato “Codogno 2020 – 2022”, al quale partecipano, oltre a Fontana, il sindaco e presidente della provincia, Francesco Passerini, i sindaci dei Comuni della prima zona rossa d’Italia, istituzioni militari e religiose, rappresentanti della giunta e del consiglio regionale e del mondo sanitario, tra i quali Annalisa Malara, Pierdante Piccioni e Amedeo Capetti.