Nel 2021 quindici donne hanno segnalato alla consigliera di parità della Provincia di Monza e Brianza e ai sindacati discriminazioni di genere subite sul lavoro: due sono state penalizzate al momento dell’assunzione, due durante o dopo la gravidanza, una è stata licenziata nel periodo protetto dalla maternità, altre non hanno ottenuto le variazioni di orario richieste, tre sono state molestate. A loro si aggiunge il caso di un uomo a cui è stato rifiutato il congedo parentale in occasione della nascita del figlio.
Discriminazioni sul lavoro: la Provincia di Monza, Cgil, Cisl e Uil
Per cercare di interrompere la catena degli abusi e far comprendere alle donne che possono contare sul sostegno delle istituzioni e dei sindacati la consigliera di parità della Provincia Alessandra Ghezzi e Cgil, Cisl e Uil hanno realizzato il Taccuino contro le discriminazioni di genere sui luoghi di lavoro: il volantino, che sarà distribuito negli uffici dei comuni, dei sindacati, degli sportelli lavoro, nelle biblioteche e nei punti di grande passaggio come gli ospedali e le farmacie, fornisce alcune indicazioni sulle penalizzazioni più diffuse che colpiscono le donne che, oltre a vedersi riconosciute livelli e retribuzioni inferiori ai colleghi, possono essere escluse dagli avanzamenti di carriera oppure licenziate o indotte a dimettersi al rientro dalla maternità. Chi vive una situazione simile può chiedere supporto agli operatori di Cgil, Cisl e Uil o alla consigliera di parità.
Discriminazioni sul lavoro: la bussola per orientarsi
«Il taccuino – spiega Alessandra Ghezzi – nasce dal protocollo sulle pari opportunità che abbiamo firmato nel 2019: è una sorta di bussola per orientare le lavoratrici che non sempre si rendono conto di essere discriminate e uno strumento per far capire che non sono sole e che c’è chi può affiancarle per far valere i loro diritti». «La discriminazione sui luoghi di lavoro – afferma Elena Farina della Cgil – è un fenomeno molto marcato, ma resta sommerso. Il volantino serve a dare coraggio alle donne e, contemporaneamente, a sollecitare le aziende ad attuare buone pratiche». «La discriminazione di genere – nota Mirco Scaccaborozzi della Cisl – è un problema culturale che nasce dalla visione maschilista: per questo la battaglia non deve essere solo giuridica». La pubblicazione e la collaborazione tra le istituzioni, secondo Carmela Tritto della Uil, contribuiranno ad aumentare la consapevolezza sul tema.
Discriminazioni sul lavoro: dove nascono e cosa fare
Le segnalazioni raccolte dai sindacalisti e dalla Provincia riguardano perlopiù realtà piccole dove, oltre che le neo mamme, vengono penalizzate le donne che ricorrono alla legge 104 per accudire i genitori anziani: con il consenso delle interessate la consigliera di parità può contattare il datore di lavoro per tentare una mediazione oppure aprire una vertenza.