Desio, l’angoscia di Svetlana ed Elena per i genitori in Ucraina: «Vicini all’aeroporto bombardato. Mio padre al supermercato non ha trovato nulla»

«Hanno gli elicotteri che passano sopra la loro testa. Vedono il fuoco davanti ai loro occhi. Alcuni scappano con i treni e i bus. Altri si mettono in macchina e restano intrappolati nel traffico»
Elena Oboysheva, ucraina residente a Desio che lavora in Tribunale
Elena Oboysheva, ucraina residente a Desio che lavora in Tribunale Paola Farina

Svetlana piange mentre riporta il racconto della madre, svegliata dai bombardamenti giovedì mattina all’alba in Ucraina. «Sono molto preoccupata» racconta la donna che vive in Brianza da diversi anni, esprimendo lo stato d’animo di tutti i suoi connazionali residenti a Desio e dintorni.

«Mia mamma abita a pochi chilometri dall’aeroporto di Ivano-Frankivsk, che è stato bombardato. L’ho sentita al telefono, piangeva. Mio papà è andato al supermercato e non ha trovato nulla, nemmeno il pane. La gente ha paura, sta comprando le scorte e si nasconde nei bunker».

Anche Elena è preoccupatissima. Racconta tutto d’un fiato quello che sta accadendo a parenti e amici nella sua terra d’origine: «Hanno gli elicotteri che passano sopra la loro testa. Vedono il fuoco davanti ai loro occhi. Alcuni scappano con i treni e i bus. Altri si mettono in macchina e restano intrappolati nel traffico. Non ho parole. Sono preoccupata per mia mamma. La sua vicina di casa, che ha partecipato all’addestramento militare qualche settimana fa, le ha consigliato di raccogliere l’acqua, perché tra poco potrebbe mancare. Dai supermercati sta già sparendo il cibo e i prezzi sono saliti alle stelle».

Anche Eugenio, giovane ucraino che vive a Desio, è in ansia per la sorella che abita in Ucraina, al confine con la Russia e la Bielorussia. «Davanti a casa sua, giovedì mattina alle 4, sono passati numerosi carri armati – afferma – Mi ha raccontato che si è svegliata di soprassalto perchè le pareti di casa tremavano». La preoccupazione è alimentata anche dal fatto che le comunicazioni con l’Ucraina sono difficili. «Non appena ho saputo dell’invasione della Russia, giovedì all’alba, ho iniziato a chiamare mia sorella, ma solo dopo parecchie ore sono riuscito a mettermi in contatto con lei»