Hanno voluto raccontare storie di integrazione possibile, gli ospiti della serata “Integrazione: si può fare!” organizzata dalla Scuola di italiano per stranieri di Desio guidata da Paola Carzaniga con la collaborazione dell’Iti Fermi di via Agnesi, sempre di Desio guidato dalla dirigente Elena Bonetti. È arrivato in Italia quando aveva sei anni don Leandro Miguel, originario dell’Argentina.
Desio e le storie di integrazione possibile: don Leandro Miguel
«Il primo a raggiungere l’Italia fu mio padre – ha raccontato il sacerdote – una decisione rapida improvvisa, quasi una scommessa con se stesso: un giorno disse che se fosse riuscito a vendere il taxi in una settimana, sarebbe partito. E così fu. Andò in Puglia, ma presto si trasferì in Veneto, in quella terra che aveva dato i natali ai miei nonni. Dopo qualche tempo, era il novembre del 1992, disse a mia madre di preparare le valigie perché ci aspettava. Quando arrivai a Milano, non lo riconobbi, indossa un grande paltò. Ma era proprio lui. E noi eravamo arrivati in Italia. All’inizio mi sentivo straniero, mi sentivo “accolto” ma con il tempo non mi sono più sentito straniero, bensì cittadino del mondo, inserito in qualcosa di più grande. Così ho maturato anche la mia vocazione e dall’essere “accolto”, adesso pratico l’accoglienza».


Desio e le storie di integrazione possibile: le ostetriche Maria e Maira
Maria Ghazanfar è un’ostetrica, sua mamma è italiana, suo padre pakistano. «Quel sentirmi “diversa” quando ero una ragazzina – ha raccontato – è diventata, con il tempo, la mia identità e nello svolgimento del mio lavoro da ostetrica è diventato un valore perché sono tante le donne pakistane o straniere che arrivano in ospedale. Quelle che erano state fatiche, sono diventate una ricchezza». Come Maria Ghazanfar è ostetrica anche Maira Batad: «La mia integrazione è iniziata nel contesto scolastico. Questa è la mia casa ora – ha detto – Io vorrei rivolgermi ai genitori e dire loro di dare fiducia anche alle figlie, permettere loro di studiare così da renderle indipendenti».

Desio e le storie di integrazione possibile: Paola e Walter, marito e moglie
La marcia in più di Maira, come ha raccontato Maria Ghazanfar è stata la forza di volontà, la tenacia, il desiderio di farcela e dimostrare che anche una ragazza poteva studiare. Storia singolare anche quella di Paola Ferreira e Walter Fernandes, marito e moglie originari del Brasile, giornalisti in una radio cristiana che ha la sua sede a Seregno.
«Sognavo di venire in Italia perché ero innamorata di Eros Ramazzotti», scherza Paola Ferreira. «Siamo arrivati in Italia nel novembre del 2019 – ha raccontato Walter Fernandez – e dopo pochi mesi eravamo proprio a casa… per il Covid. Tante le difficoltà affrontate, ci abbiamo impiegato due anni e dieci mesi per avere una carta di identità, ma siamo contenti di essere qui. Migrare è un diritto umano».