La Procura ha chiuso le indagini sul decesso di Maria Teresa Avallone, la 39enne di Desio morta a marzo scorso dopo tre giorni di coma seguiti a un malore avuto nello studio seregnese dove avrebbe dovuto sottoporsi a un intervento di chirurgia estetica di rialzo dei glutei, tramite inserimento di fili sottocutanei.
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Il professionista ha la facoltà di depositare memorie e di chiedere di farsi sentire dagli inquirenti, ma per lui si profila comunque la richiesta di rinvio a giudizio da parte della procura, che potrebbe avvenire anche entro Natale. Il medico nega l’accusa di omicidio colposo che viene ipotizzata nei suoi confronti. Dopo un accurato controllo alla sua attività, i carabinieri del Nucleo anti sofisticazioni, coordinati nelle indagini dal sostituto procuratore Sara Mantovani, hanno dissequestrato lo studio di chirurgia estetica, permettendogli di riprendere la professione.
Il 5 marzo scorso Maria Teresa Avallone, che lavorava come impiegata all’ufficio accettazione dell’ospedale San Raffaele, si era presentata nello studio del medico per sottoporsi all’operazione. Da quanto emerso, si era sentita male sin dal momento in cui le era stato somministrata la sostanza anestetica. In quel momento, nello studio, c’erano solo medico e paziente. Il primo, in attesa dei soccorsi, le avrebbe praticato le manovre di primo soccorso.Trasportata in ambulanza al San Gerardo di Monza, era rimasta in condizioni disperate al reparto di neurorianimazione , con danni cerebrali già irreversibili, fino a che non è stato dichiarato il decesso.
Secondo Antonio Avallone, avvocato e fratello della vittima, già “nella gestione della prima emergenza” ci sarebbero state, a detta sua, “delle palesi responsabilità da parte dell’indagato”. La vittima era originaria di Salerno, dove vivono i genitori. Da quanto emerso, non era il primo intervento estetico a cui aveva deciso di sottoporsi.