Ha una grandissima esperienza nell’affrontare la criminalità organizzata, non fosse altro che dal 2017 guida il Reparto operativo dell’Arma di Vibo Valentia il tenente colonnello Luca Romano. Lunedì ha salutato ufficialmente la città calabrese che si appresta a lasciare: attorno al 20 agosto approderà infatti in via Volturno dove svolgerà il medesimo compito.
Sarà un’arma in più a disposizione del comandante provinciale, il colonnello Simone Pacioni, per contrastare il radicamento della ’ndrangheta nel territorio. A tal proposito, ha avuto un ruolo di primo piano nella maxi inchiesta antimafia coordinata dalla Dda di Catanzaro “Rinascita Scott”, tanto da ricevere un encomio solenne dal consiglio comunale di Vibo.
«Grazie Signore per aver voluto che la mia strada passasse per questa città» ha detto il tenente colonnello Romano, lunedì, durante il suo saluto alla comunità di Vibo Valentia, come riportato da numerosi organi di stampa che hanno assistito alla cerimonia, nella chiesa di Santa Maria La Nova di Vibo Valentia, dove il militare ha chiesto di celebrare una messa in onore della famiglia. «Oggi io posso e devo testimoniare – ha aggiunto – che pur avendo dovuto per anni ascoltare e osservare il male prima di colpirlo, al punto che alcuni di noi sono rimasti intrappolati in quella visione malvagia, non è questa l’identità di questa comunità. Le persone che mi hanno accompagnato ogni giorno, dandomi il pane da mettere sulla tavola della mia famiglia, il caffè per scandire le giornate, il sostegno medico per i momenti di difficoltà, e le stesse e tante altre che hanno donato a me e alla mia famiglia un sorriso e un saluto gentile e hanno riposto in noi Carabinieri fiducia e speranza, queste persone – che sono la stragrande maggioranza – sono loro l’identità di questa città, di questa terra».
Nel 2018 il tenente colonnello ha anche ricevuto dalle mani del Comandante generale dell’Arma ,Giovanni Nistri, un altro encomio per aver convinto un uomo in forte stato di agitazione, che minacciava di togliersi la vita lanciandosi da un edificio di Vibo, a desistere dal suo intento: “Nonostante il precario equilibrio e noncurante del grave rischio di caduta – si legge nella motivazione – intraprendeva un’efficace opera di convincimento riuscendo a far desistere l’esagitato dall’insano gesto. Chiaro esempio di elette virtù civiche e non comune senso del dovere”.