Mescolanza, miscela, impasto. E ancora amalgama, combinazione. Stiamo parlando di cultura. E non sono termini impropri, perché in fondo la cultura è ciò che alimenta al meglio la società, intesa qui come convivenza pacifica di un insieme di persone. E dove la gente si incontra tra suoni, letteratura e arte, quell’amalgama diventa coesione; la diversità, mescolanza. Mai come in questi giorni, un evento che vede unirsi musica, giovani e culture trova la sua ragion d’essere, per allontanare ogni scenario di cieca barbarie. Domenica 29 novembre, alle 20.30, il teatro Manzoni sarà al centro di questo desiderio di condivisione e conoscenza reciproca, con un progetto che porterà a Monza l’Orchestra di via Padova, unita all’Orchestra Giovanile del territorio. A volere l’appuntamento la Casa delle Culture (in collaborazione con l’Ufficio scolastico per la Lombardia), per il percorso del Comune di Monza che punta a sostenere relazioni, accoglienza e valori che accomunano tutti.
La musica, come una tavolozza di colori, appare in tal senso un veicolo semplice, perché parla una lingua comune a tutti. Eppure il “passaporto dei suoni” ha sempre una nazionalità precisa, fatta di ritmi e tradizioni diverse.Ed è giusto così: mantenere l’identità nella mescolanza. L’Orchestra di via Padova fa questo da anni. E, nel loro piccolo, è quello che fanno i ragazzi dell’Orchestra giovanile monzese: mescolare suoni per amalgamare persone. O viceversa.
Ora le esperienze si uniscono. La formazione composta da studenti delle scuole monzesi a indirizzo musicale, gli istituti comprensivi Anna Frank, Foscolo e il liceo Zucchi, potrà esibirsi accanto ai musicisti dell’Orchestra nata nel 2006 da un’idea del chitarrista Massimo Latronico, che ha voluto creare una formazione multiculturale, riunendo musicisti professionisti provenienti da diversi paesi, per essere luogo di incontro tra differenti lingue. Il cammino compiuto da Latronico e gli altri ha poi portato concerti in tutto il mondo e tre album. Da una ricerca di musiche popolari si è giunti a composizioni inedite. L’utilizzo in molti brani del cantato in lingua italiana, accanto a canzoni di matrice etnica e world music, rende fruibile la comprensione a un pubblico eterogeneo. E i giovani sono il veicolo migliore per rilanciare il messaggio.
L’Orchestra giovanile di Monza, che prenderà parte all’evento con la formazione di chitarre diretta da Ciro Fiorentino (che si occupa della direzione artistica dell’orchestra, il cui coordinamento è invece affidato a Massimo Granata, dirigente del comprensivo Foscolo) e quella poli-strumentale diretta da Gianbattista Pianezzola. Musiche curde, algerine, berbere, yiddish, sudamericane creeranno a teatro quella mescolanza che è il cuore del progetto della Casa delle Culture. «È l’inizio di un percorso che speriamo possa continuare nel 2016 – precisa Laura Morasso, consigliere delegata al progetto – un’opportunità per i ragazzi delle scuole, un confronto fatto di musica per promuovere una convivenza pacifica».