Un altro step sulla linea delle riaperture fissate dal governo Draghi: l’1 giugno ristoranti e bar possono aprire a pranzo e a cena anche al chiuso. È possibile tornare a bere il caffè al banco. Con le prime regioni già in zona bianca (Friuli Venezia Giulia, Molise, Sardegna), le altre attendono novità per la metà di giugno e la ripartenza dei servizi di ristorazione al chiuso è un altro passo avanti sul programma di riaperture graduali. Per la Lombardia la data della zona bianca dovrebbe essere il 14 giugno: in zona bianca decadono le restrizioni, tranne l’uso delle mascherine e il rispetto del distanziamento, e tutte le attività possono ripartire. Anche le discoteche, ma senza poter ballare.
“Dal 1° giugno 2021 sarà consentito il consumo di cibi e bevande anche all’interno dei locali. È consentita, senza restrizioni ma nel rispetto delle linee guida e dei protocolli di settore, anche la consumazione di cibi e bevande all’interno degli alberghi e delle altre attività ricettive, per i soli clienti ivi alloggiati”, dice la faq del governo.
Deve essere rispettata la distanza di un metro, o fino a due, tra i tavoli al chiuso, i clienti devono mantenere l’uso della mascherina quando non sono seduti al tavolo, deve essere favorita la consultazione di menu online e preferito l’ingresso con prenotazione anche se è comunque consentito l’accesso anche in assenza di prenotazioni, qualora gli spazi lo consentano. Sono sempre vietati gli assembramenti.
Il ministero della Salute ha precisato che rimane il limite massimo di 4 persone per tavolo, salvo che siano tutti conviventi. Questo anche nelle zone gialle e bianche.
Le linee guida dicono: negli esercizi che non dispongono di posti a sedere, consentire l’ingresso ad un numero limitato di clienti per volta, in base alle caratteristiche dei singoli locali, in modo da assicurare il mantenimento di almeno 1 metro di separazione (estendibile ad almeno 2 metri in base allo scenario epidemiologico di rischio).
Per la consumazione al banco assicurare il mantenimento della distanza interpersonale di almeno 1 metro tra i clienti (estendibile ad almeno 2 metri in base allo scenario epidemiologico di rischio), ad eccezione delle persone che in base alle disposizioni vigenti non siano soggetti al distanziamento interpersonale. Questo afferisce alla responsabilità individuale.