Gli infermieri chiedono maggiore collaborazione alla popolazione, rispetto dei divieti, sensibilità nei confronti del personale sanitario che, a un anno di distanza dal lockdown nazionale, continua a combattere in prima linea contro il virus.
“Dopo oltre 100mila morti con Covid in Italia, ci ritroviamo ancora ai nastri di partenza. Con il rischio, sempre più concreto, di una nuova zona rossa, di ospedali con gli accessi in continuo aumento, delle terapie intensive che iniziano ad entrare in affanno”.
È preoccupato Donato Cosi, referente del NurSind: “A un anno esatto dall’inizio di quell’inferno – sottolinea – quando medici e infermieri erano diventati agli occhi della gente eroi da difendere e da premiare, oggi la situazione è completamente cambiata. Lo scorso anno la popolazione era spaventata e rispettava i divieti. Adesso, invece, non è più così. Ci sono persone che sottovalutano i numeri dei letti occupati dai pazienti Covid e, peggio ancora, c’è chi nega l’esistenza della pandemia”.
Cosi comprende la stanchezza e l’esasperazione delle persone ma “purtroppo – precisa – i nostri ospedali di Monza e Brianza si stanno riempiendo velocemente, i numeri dell’ultimo fine settimana denotano un’impennata di accessi. Si tratta di persone contagiate che necessitano l’ospedalizzazione, per le quali la terapia domiciliare non è stata sufficiente. E quando una persona ha bisogno di essere curata in ospedale significa che il virus sta iniziando a colpire forte”.
Tra i pazienti ci sono molti giovani. “Non si vuole assolutamente fare terrorismo, ma si chiede alla popolazione maggiore collaborazione”, ribadisce il referente del Nur Sind.
Cosi interviene anche sulla chiusura delle scuole: “Sappiamo che per tutti i genitori la Dad è un disagio – ammette – ma in questo momento, in cui il Covid corre veloce soprattutto tra i più piccoli, tenere le scuole chiuse è l’unica soluzione”.
Collaborare significa anche rispettare il lavoro degli infermieri che rispetto a un anno fa, sono molto più stanchi fisicamente e psicologicamente.
“Anche per noi non è facile – conclude Cosi – Non avremmo mai voluto trovarci in questa situazione. Anche a noi manca una vita normale, anche i nostri figli risentono della mancanza della scuola in presenza e dello sport, anche i nostri genitori anziani non ce la fanno più a questa reclusione. Ma adesso non abbiamo scelta. Purtroppo la campagna vaccinale è andata a rilento, e per contenere il contagio, nell’attesa di una ripresa delle vaccinazioni, bisogna rispettare le prescrizioni. Fatelo per voi stessi. Fatelo anche per noi”.