Vittima di un’aggressione senza (apparente) motivo: che la sua serata potesse finire così, non se lo sarebbe mai aspettato. Né, ovviamente, l’avrebbe mai voluto. Invece si è ritrovato con il setto nasale rotto, uno spavento che ancora non ha smaltito e il timore, forte, che un episodio del genere possa ripetersi. Concorezzo, via della Repubblica. Sono le 23 del 14 agosto. Y. D. è seduto su una delle panchine che si trovano lungo la strada.
Concorezzo: preso a bastonate e l’aggressione in via Repubblica
È al telefono con un amico. Poco distanti altri ragazzi: un gruppo di una ventina di persone che tira tardi in vista del ferragosto. Sono giovani, «tra i venti e venticinque anni, tutti italiani», racconta la vittima, un trentenne di origine camerunense. «A un tratto alcuni di loro mi si avvicinano: mi chiedono perché fossi lì, cosa stessi facendo. Io ero ancora al telefono. Interrompo la chiamata e cerco di rispondere: non pensavo di dare fastidio, non stavo facendo niente di male. Un ragazzo mi dice di non alzare gli occhi, di non guardare in faccia nessuno di loro. Un altro all’improvviso estrae qualcosa dalla manica: era una specie di manganello, uno di quelli che all’occorrenza si possono allungare. Sento un colpo forte sul naso. Inizia a farmi male. Sento bruciare gli occhi: qualcuno mi stava spruzzando sul viso uno spray al peperoncino. Mi accorgo che iniziano ad avvicinarsi anche altri ragazzi». Dolorante, spaventato, Y. D. cerca di allontanarsi: si dirige verso via Libertà, compone il 112 e chiede aiuto. Alcuni del gruppo lo seguono, ma si disperdono in varie direzioni non appena capiscono che di lì a poco sarebbero arrivate le forze dell’ordine.
Concorezzo: preso a bastonate, la denuncia e l’operazione in ospedale
La vittima resta lucida: riesce a scattare alcune foto agli aggressori, memorizza dettagli che poi riferisce alle forze dell’ordine. Sporge denuncia ai carabinieri di Concorezzo il 17 agosto, in mattinata: si presenta al comando e ha con sé anche i referti del pronto soccorso dell’ospedale di Vimercate, dove è andato a farsi vedere subito dopo l’aggressione. Viene visitato all’1.22 del 15 agosto, le dimissioni vengono firmate un paio d’ore dopo. Il setto nasale è rotto, la frattura è scomposta: deve essere operato.
L’intervento viene fissato il 21 agosto. Torna a casa “in buone condizioni generali” e resta in prognosi fino alla fine del mese. «Non mi capacito, non capisco come sia stato possibile: non avevano motivo di farmi del male», spiega quando trova la forza e il coraggio di denunciare pubblicamente l’aggressione. «Racconto quello che mi è successo perché potrebbe capitare a chiunque, all’improvviso, per caso. Senza motivo. Per questo dico che bisogna stare attenti. Vivo in Italia da sette anni: ho sempre avuto i documenti in ordine, ho sempre lavorato. Amo la lingua e la cultura italiana e ho sempre sognato di costruire il mio futuro qui. Lo sogno ancora, nonostante quello che mi è capitato: la mia vita è qui e io voglio solo vivere tranquillo. Spero che le forze dell’ordine possano presto individuare i colpevoli: non è la prima volta che i ragazzi di quel gruppo si fanno notare».