“Cibo scarso, poca pulizia”: la Penitenziaria di Monza pronta al boicottaggio

Gli agenti della Casa circondariale di Monza chiedono pasti e servizio adeguati: in caso contrario, dicono, pronti alla protesta.
La mensa del carcere
La mensa del carcere

Servizio scadente, poca pulizia e cibo insufficiente. Sono le accuse che alcuni agenti del corpo di Polizia penitenziaria in servizio alla casa circondariale di Monza hanno mosso contro la società esterna che gestisce il servizio mensa dell’istituto.

«Inutili le numerose segnalazioni inoltrate tramite il servizio di gradimento della mensa, quello che ci viene proposto è quasi sempre al di sotto della sufficienza», spiegano gli agenti. A dare voce al loro malcontento sono stati i rappresentanti dell’Organizzazione sindacale autonoma Polizia penitenziaria, che hanno inviato una nota alla dirigenza dell’istituto, al Provveditorato generale amministrazione penitenziaria e alla segreteria generale del sindacato, firmata dal segretario regionale, Giuseppe Bolena.

Penitenziaria e cibo: stoviglie sporche e incrostate

«Quello della mensa è un problema cronico e di difficile soluzione, soprattutto per i colleghi del turno serale – spiega Bolena – quando quasi sempre mancano pietanze che obbligano gli agenti in servizio a una scelta limitata». Gli agenti puntano il dito anche contro le porzioni ritenute “striminzite” e soprattutto contro «la carenza di igiene e pulizia, dal momento che posate e stoviglie risultano spesso sporche e incrostate», continua l’Osapp.

«La pausa pranzo o cena è l’unico momento della giornata lavorativa che dovrebbe servire ad alleviare il turno e a contribuire al benessere del personale – continua Bolena – e a causa di questa reiterata poca attenzione nel curare questi dettagli si sta trasformando in malessere del personale».

La richiesta avanzata dagli agenti di Polizia penitenziaria è di un servizio migliore. Contrariamente «saremo costretti a boicottare la mensa fino a quando le nostre obiezioni reteranno inascoltate», conclude la nota dell’Osapp. La mensa della casa circondariale di Monza accoglie ogni giorno circa duecento clienti, tra gli agenti in servizio e il personale civile che lavora in istituto.

L'autore

Nata nell’anno dei due presidenti e dei tre papi. Scrivo per il Cittadino dal 2009, prima solo per l’edizione cartacea poi per la tv e il sito per cui realizzo anche servizi video. Mi occupo di chiesa locale, cronaca, volontariato, terzo settore, carcere. Con l’associazione Carcere Aperto nel 2011 ho realizzato insieme al fotografo Antonio Pistillo la mostra “Guardami”, dove abbiamo raccontato le storie dei detenuti della casa circondariale di Monza.