Cena islamica a Monza, in 160 all’oratorio di Sant’Ambrogio per festa del dialogo

Un appuntamento giunto alla nona edizione per la festa di Iftar che interrompe il digiuno del Ramadan
La cena islamica a Monza Fabrizio Radaelli

In centosessanta si sono seduti a tavola lo scorso 15 aprile, per la festa di Iftar, la tradizionale cena che interrompe il digiuno del Ramadan, organizzata e offerta dalla comunità islamica di Monza. Un appuntamento giunto alla nona edizione, che quest’anno si è svolto per la prima volta nel salone dell’oratorio di Sant’Ambrogio, a Monza.

Tanti invitati, dal sindaco Paolo Pilotto agli assessori Arianna Bettin e Egidio Longoni e poi ancora consiglieri comunali, l’ex assessore alle Politiche sociali Desirée Merlini, l’arciprete di Monza, monsignor Silvano Provasi, tanti esponenti delle associazioni, del volontariato e dei sindacati. Una serata di incontro e amicizia, arricchita da un menù internazionale: falafel, hummus, harira, carne con le prugne cous cous, dolci e (immancabile) the alla menta.

Cena islamica a Monza, a servire tredici ragazzi del Mosè Bianchi

A servire a tavola c’erano tredici ragazzi della 5AC dell’istituto Mosè Bianchi di Monza, che hanno curato l’allestimento della sala e il servizio. “La partecipazione dei ragazzi alla serata rientra nel progetto “Filo rosso” promosso dalla scuola, di cui la professoressa Barbara Ricotti e la referente per il tecnico – spiega Elisabetta Sogni, insegnante dei ragazzi -. Ci siamo rivolti al Centro islamico di Monza per promuovere un progetto di solidarietà: abbiamo raccolto alimenti che consegneremo al Centro islamico e che saranno donati alle famiglie in difficoltà. E poi abbiamo presenziato alla serata all’oratorio di Sant’Ambrogio“.

Una cena che è ormai una tradizione con il nome “Saperi sapori”. “I primi due anni abbiamo organizzato l’evento a Sesto San Giovanniracconta Tahany Shahin, per tutti solo Titti, vicepresidente del Centro islamico di Monzapoi ho sempre cercato posti a Monza, girando ogni volta proprio per portare l’evento in giro per la città. Per noi questo è un momento bellissimo, abbiamo la possibilità di aprirci alla città, conoscere gente sempre diversa, e la conoscenza reciproca toglie la paura“.

Una serata che è molto più di una cena. In ogni location in cui si è svolta Titti ha sempre chiesto (e ottenuto) la collaborazione dei giovani e di volontari, proprio perché quella che si offriva non fosse solo una semplice cena ma un momento di incontro e condivisione.

Serate come queste – ha spiegato Selim Fouad, direttore del Centro islamicoservono per cementare il dialogo e l’amicizia della nostra città. Dobbiamo avere paura solo quando il dialogo si ferma“. E di dialogo proficuo ha parlato anche il sindaco Pilotto, nei saluti iniziali prima dell’inizio dell’Iftar. “Quando si ascolta l’altro cadono diffidenza e paura. Abbiamo bisogno di molti digiuni, soprattutto quello dalle parole inutili, parole che ci aggrediscono come insetti fastidiosi. È bellissimo da sindaco stare insieme a persone con storie e culture diverse ma tutte accomunate dal fatto di essere cittadini della stessa comunità“.

Archiviata la nona edizione gli organizzatori pensano già alla cena numero dieci del 2024. “L’anno prossimo il Ramadan sarà a marzo, quindi devo cercare sicuramente un posto al chiuso, non è facile ma vogliamo restare assolutamente in città. E stiamo pensando a qualcosa di diverso, di bellissimo“, conclude Titti.