Opporrà resistenza e farà di tutto per salvare la sua casa: combatterà, come ha sempre fatto negli ultimi mesi, da quando il tribunale di Monza ha dato ordine di sloggiare lui e la sua famiglia dalla villa di via Sant’Albino 22 a Monza. Questa volta, però, Sergio Bramini, l’ex imprenditore di 71 anni che si dichiara fallito a causa dello stato, sa che la battaglia sarà dura.
Ha pensato alla nipotina e alla figlia quando, nei giorni scorsi, ha affittato un piccolo appartamento, sempre a Monza, dove le due stanno per spostarsi: «La bambina non deve soffrire – ha commentato al telefono – Con l’aiuto dei vicini, dei residenti del quartiere e dei membri del comitato di Sant’Albino stiamo organizzando un piccolo trasloco. Sono giornate difficili: la pressione è molto alta».
Alle 14 di venerdì 18 maggio, è atteso lo sfratto: Bramini, che vanta quattro milioni di euro di crediti nei confronti dello Stato per mancati pagamenti relativi a servizi svolti per le Ato del sud Italia nell’ambito della gestione di rifiuti, con ogni probabilità sarà costretto a lasciare la sua unica abitazione, che aveva ipotecato per cercare di salvare la sua Icom srl e il posto di lavoro dei trenta dipendenti.
«Hanno messo all’asta la mia casa per un valore irrisorio. Hanno scelto di colpirne uno, di colpire me, per far vedere a tutti gli altri imprenditori che si trovano nella mia situazione quanto forte sia il loro potere – ha proseguito riferendosi a giudici e tribunali coinvolti nella procedura – ma non mi fanno paura. Io, a testa alta, proseguo per la mia strada e combatto la mia battaglia».
Per farla conoscere a un numero sempre più grande di persone, Bramini martedì sera ha partecipato a un convegno in sala Maddalena: “Insieme, per la dignità del debitore” è stato organizzato dall’associazione Favor Debitoris contro la speculazione sulle esecuzioni immobiliari.
Sul caso Bramini prosegue intanto la mobilitazione politica, mediatica e social: la petizione online per salvare la sua casa è stata sottoscritta da 66mila persone e la raccolta fondi lanciata sul sito gofundme.com ha superato i 18mila euro. Agenzie ed emittenti nazionali arriveranno in via Sant’Albino 22 già da giovedì sera, pronte a seguire gli avvenimenti. La mobilitazione non sarà solo civile: presenti a fianco di Bramini tutti gli esponenti politici che in questi mesi l’hanno supportato e sostenuto, dal Movimento 5Stelle alla Lega. E, a proposito di Lega: anche il segretario del Carroccio Matteo Salvini avrebbe messo l’appuntamento in agenda. “Tutta la Lega è con te, Sergio, farò di tutto per esserci il 18 maggio!”, ha annunciato nei giorni scorsi sui social.
È annunciata per giovedì sera invece la visita del cinquestelle Luigi Di Maio, che avrebbe dovuto incontrare Bramini già la scorsa settimana ma è stato trattenuto da impegni politici. L’appuntamento è per il 17 maggio alle 20.
Anche l’Anm ha preso posizione sulla vicenda, esprimendo lo “sconcerto” per la “pressione mediatica” e “per le indebite interferenze della politica”. La nota è firmata dal presidente della sezione monzese dell’Associazione nazionale magistrati, il giudice Leopoldo Litta Modignani. Le toghe monzesi parlano di intensificazione di “una campagna mediatica diretta a condizionare l’attività dei giudici della terza sezione civile del Tribunale di Monza, in relazione ad un procedimento immobiliare in corso nei confronti di un imprenditore locale”. Nel rispetto del “diritto di critica di ogni cittadino che ritenga, di avere subito un’ingiustizia, e non volendo limitare il diritto di informazione, la sezione Anm di Monza esprime il proprio sconcerto”.
Oltre a riportarsi “a quanto diffuso in precedenza dalla presidenza del tribunale”, viene sottolineato come i magistrati siano consapevoli dei drammi umani di coloro che talvolta si trovano a subire l’esproprio della propria abitazione”. Ma gli stessi giudici, “pur con la dovuta attenzione per i diritti e la dignità delle persone, e i magistrati non possono sottarsi al dovere di applicare la legge”. Quindi “niente deroghe o eccezioni per quei soggetti che in qualche modo riescono ad attirare su di sé l’attenzione del mondo politico o la visibilità dei media”. Infine l’ultima stoccata alle “indebite interferenze nel corso della giustizia da parte di esponenti politici”, ricordando “il rispetto dell’indipendenza della magistratura garantita dalla Costituzione, principio di uguaglianza dei cittadini davanti alla legge”.