«Il difetto base di questo piano attuativo sono sempre state le nuove costruzioni: troppo alte e grandi, costruite su di un’area verde parte integrante di un complesso storico vincolato dalla Soprintendenza». All’indomani dell’adozione del piano attuativo riguardo all’area ex Buon Pastore di Monza si è riacceso il dibattito all’interno del Comitato Buon Pastore, da sempre contrario al progetto.
Buon Pastore di Monza, il comitato e il nodo traffico

«L’elevato numero di nuovi abitanti comporta il parcheggio e la movimentazione di molte auto e di molti mezzi da trasporto per consegnare gli acquisti e i materiali per le strutture commerciali previste sia su via Cavallotti che su via Pelletier – spiegano dal comitato -. Aumento del traffico significa aumento dell’inquinamento atmosferico ed acustico. Il previsto abbattimento di molti degli alberi anche monumentali perché ammalorati e incompatibili con la costruzione delle case e dei relativi garage sotterranei ridurrà la capacità dell’area verde esistente di assorbire l’anidride carbonica, in quanto le previste nuove piantumazioni di giovani alberi non potrà compensare se non fra 10 o 20 anni questa capacità di assorbimento».
Buon Pastore di Monza e l’area ex Pagnoni

I membri del comitato contestano anche la lunga durata del cantiere, che si dovrebbe completare nell’arco di sette anni. «Significa sette anni si polvere, rumore, traffico di mezzi pesanti per gli abitanti della zona e gli studenti delle scuole che si affacciano sul Buon Pastore. Un cronoprogramma così lungo è inaccettabile». E sulle stime di aumento del traffico. «Non sono mai riferite alla sommatoria dei vari piani attuativi. Cosa succederà quando il cantiere nell’area del Buon Pastore procederà in contemporanea con quello della vicina ex Pagnoni?».