A Brugherio saranno accese il 16 novembre le luminarie su cui da un paio di settimane si concentra l’attenzione di chi abita o passa nelle centralissime vie Tre Re e Italia. A molti le scritte che campeggiano da un lato all’altro delle strade sembrano un tantino inquietanti e per nulla adatte a un periodo di festa: “Sovra il tuo capo – si può leggere alzando gli occhi – stridere non osin le tempeste, use sull’empia terra, come cavalli in guerra correr davanti a Te”. I versi sono tratti da “Il Natale”, l’inno sacro composto da Alessandro Manzoni nel 1813, scelti dal sindaco Roberto Assi per celebrare i 150 anni della morte dello scrittore: «La passata amministrazione – afferma – non ha programmato nulla per ricordarlo così come non ha previsto niente per i cinquant’anni dalla scomparsa di Tolkien e noi stiamo cercando di rimediare alla mancanza. Nei prossimi giorni collocheremo in via Tre Re, sotto al campanile e all’ingresso della Biblioteca i manifesti con la spiegazione» delle citazioni.
Brugherio: luminarie accese per i prossimi sei mesi
Le scritte, aggiunge, resteranno illuminate almeno per sei mesi, con l’esclusione della Quaresima, e nel 2024 potrebbero essere rimpiazzate da versi di altri autori: «Spero – spiega Assi – di poter riportare qualche passo di Dante. Per poter realizzare queste abbiamo stravolto l’appalto in corso: l’installazione prevista nella fontana di piazza Cesare Battisti sarà sostituita da una mongolfiera di luci mentre al posto di quella di piazza Roma, con tutta probabilità, allestiremo l’albero di Natale». Già l’anno scorso aveva criticato la grande palla luminosa che campeggiava in piazzetta perché poco austera: per questo dopo le feste potrebbe rimanere spento l’impianto che la sera colora i getti delle due fontane. Nelle altre vie del centro le decorazioni saranno più tradizionali, ma i commenti sul colpo d’occhio che creeranno i versi manzoniani aumentano: «C’è molta curiosità – ammette Assi – tutti ne parlano» compreso uno dei residenti all’angolo tra le vie Italia e Oberdan che fuori dalla finestra si trova l’ammonimento “Non piangere”. «È venuto da me – racconta il sindaco – e mi ha chiesto perché dovrebbe piangere».