«Il giorno del matrimonio è il più bello della vita, io voglio viverlo in piedi e non su questa sedia a rotelle. Voglio, devo, tornare a camminare».
A parlare è Giuseppe Vigorito, 46 anni, la guardia giurata che lo scorso anno è stata centrata da un proiettile alla schiena durante la rapina al portavalori di Rottofreno, in provincia di Piacenza. Sì perché il caso ha fatto notizia in tutta Italia, ma in città in pochi sanno che la vittima di quel crimine è di Brugherio. Aprile 2016, nel parcheggio di un supermercato: il rapinatore armato gli aveva sparato alle spalle mentre tornava verso il suo furgone con 13mila euro. Lui, ferito a una vertebra,era riuscito a dare informazioni preziose che avevano permesso ai carabinieri di indentificare i responsabili.
Vigorito, originario di Matera, sandamianese dal 2004, vive in via Monte Grappa in una casa che da un anno ha provato ad adattare alle nuove esigenze. E proprio in questi giorni nei quali il vigilantes avrebbe dovuto sposare la fidanzata si è aperto il processo che vede alla sbarra il rapinatore. L’udienza preliminare si è tenuta davanti al gup di Piacenza Adele Savastano con il pm Antonio Colonna. L’aggressore ha chiesto il patteggiamento e la seduta è aggiornata al 23 maggio.
L’imputato è un pluripregiudicato di Binasco, ha la stessa età di Vigorito, stesso anno di nascita, il 1971, e, ironia della sorte, stesso mese, luglio. La tesi difensiva potrebbe basarsi sugli effetti della droga assunta dal rapinatore prima del colpo e colpevole di uno stato di alterazione.
A Vigorito poco importa capire i dettagli, nessuno, se non forse la sua forza di volontà, gli restituirà il gusto di una lunga passeggiata.
«Non lo odio – dice il brugherese – nemmeno rivederlo in tribunale mi ha fatto nessun effetto, ma spero che la giustizia gli dia il massimo della pena. Io non sarei mai stato capace di fare quello che ha fatto lui. Di rovinare una vita».
Durante l’intervista si interrompe qualche volta per le fitte alla gamba che gli tolgono il fiato, scherza sulla quantità di farmaci che assume quotidianamente e spiega che fa la fisioterapia tutti i giorni, «a mie spese – dice – perché il pacchetto dell’Asl è terminato. Mi costa 800 euro al mese ma io voglio tornare a camminare, non mi importa se qualcuno mi ha detto che non succederà. Voglio sposarmi sulle mie gambe, al mio paese».
Anche dopo l’aggressione che lo ha tenuto in ospedale 8 mesi, il vigilantes spiega che non ha nessuna avversione per le armi.
«Io tornerei subito a fare il mio lavoro -dice- lo facevo bene. D’altra parte sono un operaio, sono realista, un posto da impiegato seduto alla scrivania dove lo trovo?». Semplice, gioviale, solido, Vigorito racconta la sua storia in modo schietto e privo di enfasi. E, nonostante tutto, guarda al futuro:«Se torno a camminare, quando mi sposo vi mando una fotografia».