Bea e Brianzacque verso il punto di fusione: conto alla rovescia per la multiutility per rifiuti e acqua

Tra fine novembre e dicembre Bea e Brianzacque dovrebbero illustrare il piano della fusione ai sindaci dei comuni soci. Verso la nascita della multiutility.
Servizi Carlo Novara Bea e Enrico Boerci Brianzacque - foto Radaelli
Servizi Carlo Novara Bea e Enrico Boerci Brianzacque – foto Radaelli

È passato poco meno di un anno da quando, il 13 dicembre 2024, i presidenti di Bea Mario Carlo Novara e di Brianzacque Enrico Boerci avevano annunciato l’avvio del processo di aggregazione che dovrebbe concludersi con la nascita in Brianza di un nuovo gruppo che unirà le due società pubbliche in un solo soggetto con oltre 400 dipendenti, un patrimonio di circa 265 milioni di euro e un edbitda di 47 milioni, che opererà nel campo della gestione del settore idrico integrato e in quello della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti.
Il percorso prosegue ma le due aziende «considerata la delicatezza dell’operazione» preferiscono rinviare ogni dichiarazione alle prossime settimane quando l’iter dovrebbe segnare una ulteriore tappa.

Bea e Brianzacque verso il punto di fusione: l’iter per la costituzione della multiutility

Tra la fine di novembre e l’inizio di dicembre, assicurano i bene informati, Bea e Brianzacque dovrebbero illustrare il piano della fusione ai sindaci dei comuni soci che, a loro volta, dovranno presentarlo ai loro consigli comunali per l’approvazione: anche per questo tra gli amministratori locali del territorio c’è parecchia attesa per i prossimi passi. Sono stati, del resto, i comuni a fornire alle due realtà l’indicazione di testare la strada per la costituzione di una multiutility: l’aggregazione risponderebbe, inoltre, al sogno di dar vita a un ambito ottimale dei rifiuti, sulla falsariga di quello dell’acqua, cullato da anni da parecchi amministratori locali. Il processo di fusione, del resto, non è partito nel dicembre di un anno fa: è stato approvato il 28 novembre 2024 prima dalle assemblee dei soci delle due partecipate e poi, il 28 novembre, in una seduta congiunta svoltasi a Desio, dai due consigli di amministrazione.

Bea e Brianzacque verso il punto di fusione: le ragioni dell’operazione

L’iter, hanno spiegato un anno fa i vertici delle società, è stato messo a punto nell’arco di alcuni mesi ed è stato valutato in modo positivo dagli uffici legali che hanno effettuato una perizia sulla sua fattibilità: «Abbiamo preferito optare per un percorso ponderato, facendo tesoro delle esperienze passate e valutando con attenzione tutte le criticità tecniche che avrebbero potuto inficiare le buone intenzioni» hanno affermato Boerci e Novara anticipando l’avvio della fase tecnica.
L’aggregazione, hanno aggiunto, dovrebbe garantire economie di scala e di scopo e dovrebbe consentire al nuovo gruppo di ottimizzare i servizi locali di pubblica utilità e di compiere più di un passo avanti sulla strada dell’economia circolare e della transizione ecologica: la connessione tra gli impianti di depurazione delle acque e di trattamento dei rifiuti permetterà, infatti, di valorizzare l’energia prodotta.

Bea e Brianzacque verso il punto di fusione: gli obiettivi

La sinergia darà modo, inoltre, di razionalizzare la gestione dei servizi, di migliorare le logistiche e di sviluppare nuove operatività.
L’unificazione, hanno fatto notare dalle società, rappresenta un percorso virtuoso di economia circolare che si inserisce nell’ambito della transizione verde intrapresa da tempo da entrambe le aziende. A livello industriale, più azioni sinergiche potranno scaturire dalla connessione tra impianti di depurazione delle acque e di trattamento rifiuti, con un utilizzo circolare in grado di valorizzare l’energia prodotta.
L’ultimo accenno all’operazione è stato fatto da Boerci pochi giorni fa, in occasione della presentazione dell’ottavo bilancio di sostenibilità di Brianzacque: «La nostra capacità di generare economia circolare – ha commentato – sarà moltiplicata dallo sviluppo che stiamo costruendo tra acqua, rifiuti e ambiente».