Autoriciclaggio e fatture false, i rottamai di Desio vogliono patteggiare

I 12 imputati colpiti da misure cautelari hanno chiesto tutti il patteggiamento o il rito abbreviato, processo nel vivo a gennaio

Una famiglia di Desio: padri, figli, fratelli rottamai da generazioni. Ma, secondo gli inquirenti, dediti, in modo altrettanto sistematico, a un’altra attività, inconfessabile: la produzione di fatture false per imprese del centro-nord e un giro di autoriciclaggio da decine di milioni di euro. Gli storici rottamai di Desio sono finiti tra gli imputati dell’inchiesta Ironfamily: un presunto traffico di fatture false con auto riciclaggio da 57 milioni di euro verso compiacenti società estere, tra cui per la prima volta appare anche la Cina. Un ingegnoso marchingegno contabile con un’unica finalità: eludere il fisco e non pagare tasse.

Inchiesta Ironfamily: il processo entrerà nel vivo a gennaio

La novità è che ora i 12 imputati colpiti da misure cautelari hanno chiesto tutti il patteggiamento o il rito abbreviato. I pm della Procura di Monza Salvatore Bellomo e Sara Mantovani avevano firmato il giudizio immediato chiedendo di mandare subito a processo i destinatari di ordinanza di custodia cautelare. Ma ora tutti hanno scelto di evitare di affrontare il dibattimento chiedendo riti alternativi davanti al giudice per le udienze preliminari del tribunale di Monza Marco Formentin. Il processo entrerà nel vivo a gennaio.

Inchiesta Ironfamily: controlli della guardia di finanza di Seregno a Desio

Le accuse contestate sono a vario titolo associazione a delinquere finalizzata all’emissione di fatture per operazioni inesistenti, riciclaggio e autoriciclaggio. L’inchiesta della guardia di finanza di Seregno era partita dopo un controllo in un’azienda di Desio, segnalata per operazioni anomale. Un’indagine che avrebbe portato alla luce l’inquietante evoluzione di questo sistema di evasione fiscale con la destinazione dei soldi ‘sporchi’ non più nei cosiddetti ‘paradisi fiscali’ in Paesi esotici e neanche la triangolazione con la Svizzera e il Regno Unito, ma l’ingresso di nuovi Paesi in Europa, come Bulgaria, Repubblica Ceca, Polonia, Slovenia, Spagna e Ungheria ma soprattutto il coinvolgimento di società della Repubblica Popolare Cinese.

Inchiesta Ironfamily: a marzo in carcere quattro fratelli desiani

Il presunto sistema fraudolento sarebbe stato a suo modo perfetto: prima l’emissione di fatture false da parte di imprese italiane fittizie, saldate (dai clienti utilizzatori delle fatture) con pagamenti a società ‘cartiere’; bonifico degli importi ricevuti a imprese cinesi e infine prelievi in contanti dai conti esteri e successivo trasporto per il rientro in Italia, mediante corrieri, delle provviste di denaro, al netto della “commissione” per l’illecito servizio di “schermo fiscale” reso, pari al 2% di ciascuna transazione.
A fine marzo scorso erano scattati gli arresti. Quattro fratelli desiani, tutti rottamai, erano finiti in carcere ora la misura cautelare poi convertita negli arresti domiciliari. L’inchiesta ha coinvolto altri 85 indagati. Alcuni di loro, nel frattempo, si sono rivolti al Tribunale del Riesame di Monza contro i sequestri patrimoniali, ottenendo indietro somme fino a due milioni di euro.