Arcore, caccia al commando del bancomat: «Sono scappati su un’Audi nera»

Le testimonianze dei residenti dopo l’assalto con esplosivo alla Banca popolare di Milano di via Casati ad Arcore. Chi si è affacciato alla finestra ha visto uomini incappucciati fuggire su un’Audi nera. Per fortuna non si sono registrati feriti. Le stesse modalità del colpo di Vimercate.
Il bancomat della Bpm di via Casati ad Arcore
Il bancomat della Bpm di via Casati ad Arcore Valeria Pinoia

«A quell’ora ero sul divano. Lo scoppio mi ha spalancato tutte le finestre di casa. Un grande spavento, un boato incredibile, sembrava il terremoto». Le parole sono di Luca Gabriele, 44enne che abita esattamente nell’appartamento sopra la filiale della Banca popolare di Milano di via Casati ad Arcore presa di mira dai ladri la scorsa settimana. Due esplosioni nella notte tra mercoledì e giovedì per rubare il bancomat: un commando incappucciato che è riuscito a fuggire con 50mila euro in contanti.

Dal balconcino l’uomo mostra il breve tratto di via IV Novembre che sbuca sulla ex statale 36: «È lì che quell’auto nera era parcheggiata. Quando si è sentito il secondo boato era appena partita per scappare via».

L’auto era un’Audi nera sulla quale si sono concentrate le indagini dell Arma dei carabinieri. I boati sono stati due e non è escluso che il secondo sia stato una conseguenza sfuggita di mano agli stessi assaltatori. I militari della stazione locale hanno acquisito le immagini delle telecamere di videosorveglianza: quelle del distributore di benzina antistante, ma senza dubbio le ricerche passeranno anche dai sistemi comunali dei paesi vicini.

Per l’esplosione pare sia stata usata polvere pirica inserita nella mascherina del bancomat. Sul posto è rimasto l’innesco del congegno con i cavi e il detonatore. Un ordigno forse anche sovradimensionato rispetto alle necessità, che sottolinea la pericolosità del commando. I malviventi devono essersi messi al riparo, attendendo la detonazione che ha letteralmente disintegrato lo sportello bancomat aprendo una voragine nel muro e squarciando la cassaforte. I detriti hanno attraversato la strada e sono volati fino sotto i portici di fronte alla Bpm.

Anche per i residenti delle abitazioni affacciate su via Casati lo scoppio è stato sconvolgente. I detriti hanno attraversato la strada e come proiettili hanno sfondato una finestra dell’Hotel Platani ai piani alti. Il grosso buco nella vetrata sembrava fatto da un pallone. E invece, probabilmente, erano calcinacci.

«In stanza avevamo un cliente – spiegano i titolari – un professore che si è svegliato di soprassalto. Ci ha raccontato di essere balzato giù dal letto e di essersi rifugiato in bagno. Ha avuto la tentazione di affacciarsi ma poi ha temuto che i ladri lo vedessero. Dal bagno ha sentito il secondo boato. Solo dopo si è accorto che il letto era pieno di vetri. Questa è la vera fortuna: che nessuno si sia fatto male».

Nell’edificio accanto, una badante che vive sul posto racconta di aver guardato in strada dopo la prima esplosione:«Ho visto tre uomini tutti incappucciati. Due alti, uno piccoletto. Hanno portato via un saccone e sono scappati con la macchina».

Ancora Gabriele racconta di essere sceso in strada con i vicini poco dopo l’inferno di vetro. A bordo marciapiede, parcheggiata, c’era una sola automobile che ha riportato qualche danno.«Mi è parsa una strana coincidenza che gli stalli fossero deserti -dice-solitamente qui è pieno di auto in sosta. Meno male, questo ha limitato i danni. E meno male che non passava nessuno in quel momento. La sensazione comunque è che siano stati dei professionisti a colpire, gente in grado di contenere i danni».

Il colpo è una fotocopia di quella messo a segno a Vimercate una settimana prima: stesso istituito di credito, stesso giorno della settimana, stessa ora. Con un bottino di circa 60mila euro. L’ipotesi è che si tratti dello stesso commando: anche nel caso di Vimercate, secondo indiscrezioni, dietro all’assalto ci sarebbe un’Audi nera.