«Dispiace che sia lasciato in questo stato. Ma quel che più mi rammarica è che sia praticamente sempre chiusa».
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Non si dà pace Fiorenzo Mandelli mentre sale lo sperone di roccia da dove svetta il Santuario della Madonna della Rocchetta, il luogo che ha curato per oltre dieci anni. Un impegno che gli era valso il titolo di Cavaliere della Repubblica nel 2019 ma che è terminato la scorsa estate, quando l’ormai ex custode aveva deciso di rimettere le chiavi della Chiesetta nelle mani del parroco don Emidio Rota a seguito di un incontro (che Mandelli per toni e accuse aveva definito “processo”) sulla gestione del Santuario avuto con lo stesso parroco della comunità pastorale di Cornate d’Adda, Porto e Colnago, cui fa capo la chiesa, e alcuni parrocchiani.
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E in effetti diverse differenze cominciano a farsi vedere: sullo sperone di roccia l’erba cresce incolta da diverso tempo «e qui non basterà un semplice decespugliatore per rimuoverla», afferma Mandelli.
Così come nei pressi della cisterna di epoca romana che sorge proprio ai piedi della chiesina fiori e erbacce cominciamo a prendere il sopravvento «che se non si fa qualcosa presto verrà nuovamente inghiottita».
Ma attorno al santuario ci sono altre tracce che mostrano l’assenza di una persona che se ne occupi quotidianamente, dalla staccionata rotta ai tronchi d’albero spezzati e lasciati appesi sul crinale della collinetta: «durante il “processo” era stato detto che non mi dovevo più occupare io dei lavori e che i lavori sarebbero stati eseguiti dalle ditte specializzate ma qui non si è visto ancora nessuno. Ci è voluto tanto lavoro per tornare a far splendere questo importante luogo di spiritualità e storia. Ho paura che adesso tornerà ad essere com’era prima».
La chiusura della Chiesa è però quello che rammarica più Mandelli: «Dispiace sentire di visitatori che vengo apposta qui per visitare e fare pellegrinaggio e che ritrovano le porte quasi sempre chiuse. La chiesa dovrebbe essere un luogo aperto e di accoglienza».
Se prima lui quasi ogni giorno era presente per accogliere i visitatori adesso la Chiesa viene aperta con l’ausilio di alcuni volontari soprattutto nei fine settimana.
Quando Mandelli ha riconsegnato la chiave della Rocchetta la notizia fatto molto scalpore e tanti si sono mobilitati per il suo reintegro, tra queste anche una petizione che ha raccolto l’adesione di tantissime persone: «Apprezzo la solidarietà e il riconoscimento che mi viene tributato da tante persone. Quello che più mi premeva era far capire come sono stato trattato durante quell’incontro. Non credo che tutti nella comunità, anche gli altri membri del consiglio pastorale, sapessero qualcosa in merito. Mi sono state rinfacciate tante cose, come la posa della statua di Leonardo, che è veramente stata una mia idea ma che è stata pagata dal comune di Paderno e posizionata con il consenso della parrocchia. All’inaugurazione era presente lo stesso don».
Fiorenzo Mandelli non ha comunque smesso di fare da cicerone per tutte quelle persone che ne fanno richiesta. Anche se a volte sembrerebbe che non tutto vada per il meglio: «Ieri, domenica 7 novembre, stavo accompagnando un gruppo di conoscenti – racconta Mandelli – All’ingresso della Chiesa un signore mi ha però sbarrato la strada. Io sono stato in silenzio mentre gli altri hanno ovviamente esposto le loro recriminazioni. Però vorrei sapere il perchè? È stato un episodio del singolo o è una scelta degli stessi che mi hanno tenuto a processo questa estate?».
Intanto la questione Rocchetta ha fatto un viaggio verso Roma. Nella giornata di lunedì 7 novembre, l’onorevole Massimiliano Capitanio ha presentato un’interrogazione alla Camera dal titolo “Una perla che merita un’attenzione diversa”.
“La tutela e, soprattutto, la promozione del nostro territorio rappresenta un volano per il futuro culturale e, anche, economico del Paese – le parole del capogruppo del Carroccio in Commissione di Vigilanza Rai – Per questo è necessario un impegno ancor più attento e capillare. Da questo punto di vista il santuario della Rocchetta di Paderno d’Adda rappresenta una perla che merita un’attenzione degna della sua storia e della sua bellezza. Anche non valorizzare un’esperienza come quella dello storico custode sarebbe un grave errore. Per questo motivo ho deciso di depositare una interrogazione diretta al Ministro della Cultura perché il Santuario della Rocchetta è un patrimonio che merita un’attenzione non solo locale”.