“Io, musicista del mondo” è stato l’argomento affrontato da Maurizio Carnelli, musicista, pianista, docente e direttore d’orchestra nell’incontro culturale al Rotary Sedeca di cui è presidente Silvia Coletti. Prima dell’intervento di Carnelli è stata “spillata” dalla presidente dal governatore incoming Carlo Fraquelli, la nuova socia, la seregnese Ornella Beretta. La quarantaquattresima socia del Sedeca è amministratore delegato della Unimedica di Seregno e socio fondatore dal 1998.
Rotary Sedeca: chi è Maurizio Carnelli
Maurizio Carnelli, musicista milanese, divulgatore musicale, ha esposto nel suo intervento una serie di sue esperienze vissute sul campo nel corso della sua lunga carriera che gli ha permesso di entrare in contatto con tutte le nazioni del mondo specialmente Usa, Cina, Giappone e Corea del Sud e con personalità del mondo artistico vivendo situazioni diverse e stimolanti, a volte anche divertenti. Ha tenuto concerti nei più importanti teatro d’Europa ed Asia, ha suonato in ospedali e case di cura per “Donatori di musica”.
È stato ospite di numerosi festival internazionali, collaborando con numerosissimi e famosi artisti sia del mondo lirico che teatrale. Ha inciso 10 cd con varie etichette. Ha ideato e condotto oltre 350 trasmissioni per le tre reti radiofoniche Rai, ospite televisivo per anni di Rai2. Fondatore e presidente dell’associazione Acitko, presente in Milano Expo 2015 ed organizzatrice dal 2011 del concorso lirico internazionale Maria Malibran. Dopo aver insegnato per anni all’accademia Claudio Abbado di Milano, di cui è stato anche coordinatore, ha terminato la sua attività didattica con la docenza alla Korean national university of arts di Seul.
Rotary Sedeca: i racconti del maestro Carnelli
Durante il racconto delle sue esperienze ha citato diversi episodi curiosi: “In Corea dovevo dirigere un concerto è all’ora prefissata il solista non si presenta alla prova. Dopo aver chiesto spiegazioni, mi viene risposto che il solista è il più anziano e sceglie lui quando venire all’appuntamento. In quella nazione il ruolo sociale e l’anzianità hanno un notevole peso”.
E ancora: “Insegnare canto nel mondo orientale per noi occidentali è difficile da far comprendere. Loro hanno un’organizzazione spaventosa che noi ci sogniamo, ma per il resto lasciano a desiderare. In Giappone – ha continuato Carnelli – dovevo accompagnare un tenore. Nella romanza era previsto un Do di petto alla Pavarotti, ma quel tenore non lo sapeva fare e ha rinunciato. Nell cultura orientale accadono di queste stranezze”.