Agriparcohub a Monza: ristorante a km zero, wine school e laboratori di cucina per occasioni di lavoro a persone con disabilità

Didattica e lavoro inclusivi saranno i due pilastri del progetto del centro polifunzionale della Fondazione Tavecchio che sorgerà proprio all’interno di “Accolti e Raccolti” in località Gera, al quartiere Libertà. Qui, dal 2017, la terra e la natura offrono diverse occasioni di integrazione a persone con situazioni di fragilità, grazie a un’ampia alleanza monzese. L’idea di realizzare il centro entro il 2022. Coinvolto anche in questa nuova tappa il Gruppo Meregalli.
Il progetto del centro polifunzionale
Il progetto del centro polifunzionale Federico Faicchia

Pensa ancora più in grande il parco agricolo solidale di Monza. Didattica e lavoro inclusivi saranno i due pilastri del progetto del centro polifunzionale della Fondazione Tavecchio che sorgerà proprio all’interno dell’Agriparco “Accolti e Raccolti” in località Gera, al quartiere Libertà. Qui, dal 2017, la terra e la natura offrono diverse occasioni di integrazione a persone con situazioni di fragilità, grazie a un’ampia alleanza monzese che ha coinvolto associazioni, enti pubblici, privati. Tavecchio, proprietario dell’intera area, ha poi continuato a pianificarne un ulteriore sviluppo. Da qui la presentazione del nuovo piano che prevede la nascita di spazi per la ristorazione con prodotti coltivati in loco e persino di una wine school in collaborazione con il Gruppo Meregalli, che sin dalla prima ora è parte del progetto di via Papini. Eppoi ci sarà spazio anche per didattica, formazione e lavoro nell’ottica di una generale inclusione sociale capace di offrire occasioni di realizzazione a persone con ogni abilità. I lavori inizieranno a settembre 2021. I promotori puntano all’inaugurazione della struttura entro il 2022. Per sostenerne l’apertura è stata anche lanciata una campagna di raccolta fondi.(Per maggior informazioni e per supportare l’iniziativa: https://www.agriparcohub.org/).

Agriparcohub a Monza: ristorante a km zero, wine school e laboratori di cucina per occasioni di lavoro a persone con disabilità
Da sinistra: il sindaco Dario Allevi, Alessio Tavecchio e l’assessore Andrea Arbizzoni

L’idea è quella di attivare laboratori enogastronomici e un ristorante solidale in cui anche a una decina di persone con disabilità e fragilità potrà lavorare in cucina e in sala. Il centro intende poi aprirsi alle aziende per organizzare eventi di vario genere. L’Agriparco ospita oggi un orto, un frutteto e un vigneto didattici, un bosco e un giardino sensoriale. Già da tempo,con una passerella e vasche rialzate per la coltivazione, le attività didattiche sono accessibili anche alle persone con disabilità motorie. Ora, dalla produzione di pasta e lievitati a quella di conserve, confetture e piatti pronti, l’obiettivo è quella della realizzazione di laboratori capaci di attrarre anche l’alta formazione culinaria, accessibile a ogni livello di abilità, anche in collaborazione con gli istituti alberghieri. Tutte le diverse aree dell’AgriparcoHub saranno collegate e in sinergia tra di loro. Il piano è stato illustrato alla presenza del sindaco Dario Allevi e dell’assessore Andrea Arbizzoni. «Crediamo fortemente che formazione e lavoro siano strumenti indispensabili per l’indipendenza e la realizzazione personale di tutti – spiega Alessio Tavecchio.- La gestione dell’emergenza sanitaria ha spesso lasciato indietro le persone disabili e con fragilità, accentuando una condizione già pre-esistente di marginalità e di difficile accesso al lavoro. Vogliamo che questo non accada mai più: ogni persona ha diritto a un’opportunità di realizzazione».

Oltre all’inclusione di persone svantaggiate, il progetto intende promuovere la valorizzazione delle risorse naturali e la cultura della sostenibilità, impiegando tecniche di coltivazione rispettose del territorio, incentivando la filiera corta e avvicinando la comunità a un’alimentazione più sana e consapevole. Dall’orto e dal vigneto proverranno infatti le materie prime per le lavorazioni dei laboratori, da servire in tavola al ristorante nel segno di una cucina a km zero e sostenibile per l’ambiente. Un circolo virtuoso che si ispira all’Agenda 2030 dell’Onu.