Un agratese alla conquista dello stretto di Messina. Lo scorso giovedì 27 giugno il 54enne Massimo Lazzarin ha completato a nuoto i 3.500 metri che dividono la penisola alle terre siciliane, in soli 54 minuti sbarcando sui lidi siculi in prima posizione.
Agrate Brianza: Lazzarin e l’adrenalina nel mare
«È stata una bellissima emozione – racconta l’agratese -. Prima di tuffarmi ero carico di adrenalina e anche un po’ agitato perché non mi capita spesso di fare le traversate in mare e non sai mai quello a cui puoi andare incontro. Durante la traversata mi sentivo bene e procedevo senza particolari problemi. Certo però non pensavo di trovarmi davanti. A un certo punto mi hanno detto che ero in testa e poco dopo anche la barca di sicurezza che seguiva me ed altri atleti ha cominciati a rimanere più indietro. A quel punto ho spinto ancora più forte e sono arrivato primo. Fortunatamente non ho ho vissuto momenti particolarmente difficili anche se ho visto altri compagni che si sono dovuti ritirare per colpiti dai crampi o pizzicati dalle meduse. Io fortunatamente son riuscito ad arrivare dritto all’arrivo. In tutto eravamo una trentina di atleti, non tantissimi perché la marina deve tenere occupato lo stretto il meno possibile visto il grande traffico che l’attraversa».
Agrate Brianza: Lazzarin e i lunghi allenamenti
Questa grande soddisfazione è stata possibile per Lazzarin grazie a tanto allenamento: «In gioventù praticavo ciclismo a livello agonistico – continua -. Andando avanti con l’età mi sono invece spostato sul nuoto perché mi occupava meno tempo per gli allenamenti soprattutto per quelli che faccio in settimana. Normalmente ogni seduta cerco di fare 5mila metri in vasca quindi coprivo tranquillamente la distanza dello stretto. Certo le condizioni non sono le stesse, ci sono le correnti che cambiano, le onde che talvolta non ti permettono di prendere fiato e infine le meduse, perché il mare è caldo e in alcune punti ci sono anche loro».
Dopo l’avventura sullo stretto per l’agratese, commerciante di professione sposato e con 2 figli, è tempo di guardare già alle prossime possibili avventure: «Ora si torna sui laghi – chiude Lazzarin -. C’è la traversata del Lario, da Mandello a Onno e ritorno, da 3000 metri. Poi ci sarà la traversata del Lago d’Aorta a Omegna e poi vedremo se fare qualcos’altro. Prima della traversata dello stretto la gara più complessa che avevo affrontato era stata a Sestri Levante. Il mare era mosso, con molte onde, ed è stata complessa. Se dovessi pensare a un sogno per il futuro mi viene in menta la traversata della Manica, 35km, ma per ora rimane solo un sogno».