Gran parte della droga era in alcuni vani, nascosti da pannelli che potevano essere aperti solo elettricamente, all’interno di quattro automobili posteggiate. Duecento chili in tutto di cocaina. Valore stimato sul mercato, 15 milioni. Lo stupefacente è stato intercettato e sequestrato il 27 settembre, tra Agrate Brianza e Milano, durante una brillante operazione dai carabinieri della Compagnia di Vimercate che hanno effettuato tre arresti in flagranza. Si tratta di cittadini albanesi, tutti già noti alle Forze dell’ordine, accusati – a vario titolo – della detenzione dell’ingente quantitativo di stupefacente e del possesso ingiustificato di una cospicua somma di denaro contante di possibile provenienza illecita.
Agrate Brianza: tre arresti dei carabinieri della Compagnia di Vimercate e maxi sequestro
Il blitz antidroga è avvenuto in modo simultaneo a Milano, dove è stata fermata un’auto con targa inglese, con a bordo il solo conducente, nella quale sono stati rinvenuti oltre 60 chili di cocaina, ad Agrate Brianza, nelle vicinanze del parcheggio del cimitero comunale, dove sono stati pizzicati gli altri due arrestati, in attesa accanto a tre autovetture in sosta, “tutte risultate nella loro disponibilità”, dicono dall’Arma, come una quarta, parcheggiata non molto distante, all’interno delle quali c’erano gli altri 140 chili di cocaina sequestrata.
Ad Agrate e Milano due appartamenti con migliaia di euro
Individuati inoltre, sempre nel capoluogo lombardo e ad Agrate, due appartamenti in locazione, “risultati a vario titolo nella disponibilità degli arrestati”, dove durante perquisizioni sono stati trovati un apparecchio contabanconote, due macchine per il sottovuoto e una valigetta contenente circa 3.000 banconote contraffatte e 80mila euro in contanti di valute diverse (di cui circa 18.000 euro contraffatti) “e altri elementi di potenziale interesse probatorio che saranno oggetto di approfondimenti investigativi”.
Droga, denaro, auto e il reato del materiale sono stati sottoposti a sequestro. I veicoli verranno sottoposti ad accertamenti tecnici. Al termine delle formalità di rito, su disposizione dei Pubblici Ministeri di turno delle Procure della Repubblica di Milano e Monza, gli arrestati sono stati condotti rispettivamente presso le Case circondariali più vicine.