Addio a Franco Gaiani, l’ingegnere mecenate di Monza

Un grave lutto per la città di Monza: a 87 anni è morto Franco Gaiani, l’ingegnere che ha legato il suo nome - e quello della moglie Titti - a grandi opere di mecenatismo. Come il Museo del duomo e il recupero del ciclo pittorico dedicato alla regina Teodolinda nella cappella degli Zavattari. Funerali venerdì 25 ottobre.
Monza: l’ingegner Franco Gaiani con la moglie Titti Giansoldati nella cappella degli Zavattari nel Duomo
Monza: l’ingegner Franco Gaiani con la moglie Titti Giansoldati nella cappella degli Zavattari nel Duomo Radaelli Fabrizio

Franco Gaiani è morto mercoledì mattina, in una stanza dell’ospedale San Gerardo di Monza dove era ricoverato da qualche giorno. Per tutti era solo l’ingegner Gaiani, volto notissimo, discendente di una famiglia altrettanto conosciuta in città. Aveva 87 anni, cinquanta dei quali passati al fianco di Titti Giansoldati: moglie, ispiratrice, vulcanica promotrice di tante delle idee che insieme hanno realizzato.


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Legati al loro mecenatismo, di cui hanno fatto un tratto distintivo della loro vita pubblica e privata, restano alcuni dei capolavori della città: il restauro della cappella degli Zavattari nel 2015 con il recupero del ciclo pittorico dedicato alla regina Teodolinda, e il nuovo Museo e tesoro del duomo, che Franco Gaiani ha voluto intitolare alla memoria del padre Carlo, inaugurato nel 2007. Sette mesi più tardi Monza lo ringraziò con il Giovannino d’oro 2008, la massima onorificenza cittadina. Ingegnere, costruttore, imprenditore, amante dell’arte ma anche della montagna e della musica.

«È stata una delle prime persone che ho conosciuto appena sono arrivato a Monza – ricorda oggi l’arciprete, monsignor Silvano Provasi – Poche settimane dopo il mio arrivo venne inaugurato il nuovo museo e lì ebbi modo di vedere il grande entusiasmo e l’impegno che trasmetteva. Un uomo di grande cordialità e professionalità. Doti che ha abbondantemente investito nel promuovere la cultura nella sua città».

«Un grande monzese», così lo ricorda Luigi Losa, ex direttore del Cittadino, che collaborò con l’ingegnere quando ricoprì la carica di presidente del consiglio di amministrazione del Cittadino, dopo il 2006. «Una persona di una generosità immensa, un uomo buono animato da un sincero amore per la sua città».

La camera ardente, allestita nella Sala del granaio accanto al duomo, per volere dell’arciprete emerito monsignor Dino Gariboldi, resterà aperta fino a venerdì. Il funerale verrà celebrato venerdì 25 ottobre in basilica, alle 15.30.