Un nuovo centro di prima accoglienza ad Agrate. A deciderlo è stato il prefetto di Monza Giovanna Vilasi che ha identificato l’ex casa cantoniera di proprietà della Provincia sulla sp121 come luogo idoneo per smistare almeno una quarantina di extracomunitari sbarcati a Lampedusa nei giorni scorsi. I tempi sono stati rapidissimi. «Martedì mattina siamo stati convocati in Prefettura – ha raccontato il vicesindaco Simone Sironi – per comunicarci la novità. Mentre nel pomeriggio gli operai stavano già sistemando cinque tendoni per dare spazio ai richiedenti asilo». In ogni tensostruttura verranno ospitate otto persone per dormire, mentre la palazzina rossa confinante con la sede della Protezione Civile e con il magazzino della Croce Rossa servirà per mangiare e stare insieme.
« La decisione, vincolante per il Comune, è stata comunicata all’Amministrazione comunale martedì scorso, 14 luglio, dal Prefetto di Monza e Brianza, Giovanna Vilasi, nel corso di un incontro convocato ad hoc. Secondo l’informativa resa dalla stessa Prefettura, questo hub potrà ospitare dalle 40 alle 50 persone, non donne o minori ma solo uomini adulti», ha scritto il comune in un comunicato stampa. « I controlli di profilassi sanitaria saranno eseguiti e ultimati prima dell’arrivo nel territorio di Agrate Brianza e dell’ingresso nell’hub. La permanenza dei profughi sarà di qualche settimana, tempo necessario alla formalizzazione della domanda di asilo, in attesa di essere poi trasferiti presso strutture di seconda accoglienza. A motivare l’individuazione di questo terzo centro temporaneo di prima accoglienza nel monzese è il flusso crescente di nuovi arrivi di profughi in Provincia di Monza e Brianza, diretta conseguenza della ripartizione sul territorio nazionale necessaria per fronteggiare gli imponenti e incessanti sbarchi di migranti sulle coste italiane».
E ancora: «Nell’area sono presenti cinque tende, montate proprio per ospitare i profughi, una ex casa cantoniera e un magazzino: questi due edifici sono stati sgomberati e attrezzati per ospitare refettori e locali per attività integrative. Sono inoltre stati sistemati prefabbricati con servizi igienici. I costi di gestione (vitto e alloggio, attività di mediazione culturale e di integrazione, assistenza per l´orientamento legale e amministrativo, la copertura dei costi per la sistemazione dei locali) sostenuti dal Consorzio sono totalmente a carico dello Stato».