In un solo anno 94 divorzi: il 2023, da questo punto di vista, è stato un anno nero per i cittadini di Lissone. Tante coppie scoppiate, con un risultato che non trova precedenti nella storia della città. E’ un dato che non passa inosservato quello fornito dai Servizi demografici nell’ambito dell’ormai consueta elaborazione dell’annuario statistico. Il dato può anche risultare di difficile comprensione, nella sua portata, se non si ha un confronto. L’ufficio, però, ha provveduto a fornire anche quello: nel 2022 i divorzi sono stati 52, mentre nel 2021 sono stati 62.
In particolare nel 2023 sono stati davvero tanti quelli ricevuti dal tribunale: 42 (nei tre anni precedenti non si arrivava a 20). In crescita anche quelli che vengono definiti «accordi extragiudiziali ex articolo 6 Dl 132/2014)», sono le separazioni e i divorzi resi davanti all’avvocato: 14 nell’anno. Più significativo il dato degli accordi extragiudiziali davanti all’ufficiale di stato civile: i 38, però, rappresentano un dato medio.
A Lissone in aumento i matrimoni ma pochi tra i giovani
Lissone, fortunatamente, non è però solo la città dei divorzi: nel 2023 si è registrato anche un inatteso aumento dei matrimoni, 126 alla fine dell’anno contro i 97 dei dodici mesi precedenti. Questo, a tutti gli effetti, è l’unico dato lissonese che va contro quella che è la tendenza nazionale a livello di servizi demografici. Nella maggior parte dei casi, come aveva osservato il sindaco Laura Borella presentando l’annuario statistico, si tratta di seconde nozze.
Pochi i matrimoni tra i giovani. Il dato dei 126 matrimoni è uno dei dati più alti degli ultimi anni, comprendendo in questi anche il periodo pre-Covid: durante il periodo più duro dell’emergenza, infatti, era anche davvero difficile (impossibile in alcune settimane dell’anno) celebrare il rito.
A Lissone in aumento i matrimoni, larga prevalenza per il rito civile
Di fatto per ritrovare un dato superiore a quello del 2023 bisogna risalire al 2016 quando i matrimoni erano stati 131. Per quanto riguarda i 126 del 2023, larga prevalenza del rito civile (78 matrimoni) rispetto a quello religioso (48). Anche qui, per avere risconti di pari livello bisogna risalire agli anni 2015-2016. Nel 2013, invece, l’ultima volta in cui i matrimoni religiosi sono stati numericamente superiori: su un totale di 91 unioni, in chiesa si erano svolte 50 cerimonie contro le 41 avvenute in municipio. Poi, di colpo, la netta prevalenza delle unioni civili.