A Copreno di Lentate sul Seveso si torna a vendemmiare: non succedeva dall’800. Merito dalla caparbietà di un archeologo urbano e vipresidente dell’associazione “Lentate che rivive”, Giuseppe Longhi, e di un impiegato-agronomo, Fabio Meneghello.
Lo scorso anno, a marzo, in via Salvetti avevano impiantato una vigna con vista sulla futura autostrada. Oggi che Pedemontana è realtà, anche l’uva è cresciuta e dopo solo un anno e mezzo è arrivato il momento della vendemmia. Per ora hanno prodotto i filari di uva Merlot, il peso totale è 3 chili e 600 grammi. Non è molto, ma è comunque un risultato storico.
«Sinceramente mi aspettavo che la prima vendemmia sarebbe stata addirittura il prossimo anno – spiega Longhi – Invece i grappoli sono cresciuti e di fretta e furia li abbiamo raccolti il primo settembre. Non potevo rischiare che piovesse».
Ad aiutare Giuseppe c’erano i cugini Lorenzo Longhi, 15 anni di Copreno, e Barbara Bresciani, 9 anni di Lazzate. «Dopo aver applicato un metodo tutto naturale per la coltivazione – prosegue Longhi – abbiamo fatto lo stesso per la vendemmia. Prima abbiamo diraspato a mano, poi si è proceduto con la pigiatura a piedi nudi nel tino. L’hanno fatta i miei cugini, si sono divertiti moltissimo».
E ora? «Ora l’uva sta fermentando, vediamo cosa succede. Potrei buttare via tutto o ci sarà una prima bottiglia di vino».
Intanto su quest’esperienza unica, la ricostruzione di un antico vigneto su una superficie di 250 metriquadrati, Giuseppe Longhi ha realizzato un libro. S’intitola “Antiche radici: storia del vino a Copreno”. Lui ha curato la parte storica, l’amico agronomo Meneghello la parte tecnica. Sarà presentato a ottobre, da stabilire ancora data e luogo.
Longhi ha poi una chicca. La vigna coprenese, se continuerà a fare frutti, un domani potrebbe produrre il Martesano antico vino dell’epoca. «Abbiamo scoperto una pergamena – prosegue lo storico – Un atto notarile del 1438, che parla dell’affitto di una terra di Novedrate di proprietà della famiglia Porro. Si legge della vite Martexana-Martesano. Qui siamo a Copreno, ma Novedrate è vicina e le terre erano sempre della famiglia Porro».