Nelle orecchie hanno ancora il rumore delle sirene, delle esplosioni e delle urla, e negli occhi le immagini delle loro città devastate dalla guerra. Stando ai dati comunicati dal sindaco Marco Citterio e aggiornati a giovedì 17 marzo, sono 49, di cui 23 minori i profughi ucraini che hanno lasciato le loro case, senza sapere se le rivedranno, e sono arrivati in città. Si tratta di donne con bambini, alcuni molto piccoli e altri in età scolare. Nel complesso sono 20 i nuclei familiari accolti a Giussano, e per la maggior parte sono formati da madri con figli minori. “Nella quasi totalità dei casi sono parenti di cittadine ucraine già residenti sul territorio. Hanno quindi trovato una sistemazione presso i loro famigliari che già vivevano a Giussano”, ha spiegato l’assessora al Bilancio Paola Ceppi.
Per quanto riguarda i minori in età scolare, “siamo al lavoro per il loro inserimento nelle nostre scuole, che hanno ordini e gradi differenti da quelle ucraine”, ha aggiunto. E ancora: “stiamo, inoltre, valutando l’inserimento di mediatori linguistici per favorire la loro integrazione e il dialogo con i coetanei. Alcuni di loro, fortunatamente, parlano perfettamente l’inglese, mentre altri fuggiti da zone non ancora sotto assedio stanno continuando a seguire le lezioni della scuola che frequentavano in Ucraina in Dad. Parlando con le profughe arrivate in città è emerso che la maggior parte di loro pensa e spera di poter tornare nel proprio Paese nel giro di qualche settimana-mese, una volta terminata la guerra”. “Questi numeri, ovviamente, sono quelli degli ucraini che si sono registrati”, ha poi spiegato Ceppi, sottolineando la rilevanza dal punto di vista sanitario che ha la registrazione dei profughi e invitando gli ucraini che non l’hanno ancora fatto e chi li ospita a comunicare il proprio arrivo al Comune.
“Registrare gli ucraini in arrivo consente anche di fare uno screening sanitario, di capire se sono vaccinati contro il Covid-19 e quindi eventualmente intervenire con la vaccinazione. La registrazione è fondamentale sia per il rilascio del permesso di soggiorno, sia per gestire la situazione sanitaria. Spesso queste persone arrivano in Italia dopo aver viaggiato ammassati su bus o mezzi di trasporto, è quindi importante che eseguano una tampone per salvaguardare la salute di tutti. Inoltre, qualche profugo potrebbe avere delle esigenze di assistenza sanitaria che è importante notificare”, ha aggiunto. I cittadini ucraini, giunti in città a causa della guerra in corso, e i giussanesi che stanno ospitando ucraini sono dunque invitati a dichiarare la propria presenza o a segnalare l’accoglienza di propri familiari, parenti o amici, rivolgendosi all’ufficio relazioni con il pubblico del Comune, in piazzale Aldo Moro 1. Passaggio fondamentale per avviare, da parte degli organi preposti, le procedure per il rilascio del permesso di soggiorno. Il Comune provvederà ad inviare i dati dei cittadini registrati alla Questura, alla Prefettura e ad Ats. Sarà poi cura di Ats contattare ogni profugo per concordare un appuntamento presso l’ambulatorio dedicato alla presa in carico di primo livello, istituito presso l’Ospedale di Giussano, che consiste in una visita medica di primo livello, nell’effettuazione di un tampone di screening anti-Covid e nella valutazione del bisogno vaccinale.