Con la fine del mese di settembre e l’inizio di ottobre, i territori del monzese e lecchese sono tornati a soffrire per i forti disagi dovuti alle piogge, non sempre necessariamente torrenziali, che hanno sferzato in particolare i comuni di Briosco, Cremella e Bulciago. Interi quartieri allagati, cantine che si riempiono di acqua e fango, mezzi di trasporto bloccati, e fiumi, come il Lambro, in situazioni delicate e a rischio esondazione. Eventi sempre più frequenti, da anni all’attenzione del Comitato per la Difesa delle Bevere e del Fiume Lambro che, insieme alle amministrazioni comunali coinvolte nei disagi, lavora per trovare soluzioni non più procrastinabili. Ma le proposte risolutive non si sono ancora tramutate in azioni concrete.
Comitato Bevere: il parere di Stefano Nicolodi
Anna Nicolodi, presidente, e Stefano Nicolodi, geologo e consigliere del Comitato, individuano due problematiche principali: l’ormai evidente cambiamento climatico e un’urbanizzazione fuori controllo. Quest’ultima è la prima causa di impermeabilizzazione del suolo, comprese quelle preziose aree in cui naturalmente scaricherebbero le acque dei nostri fiumi e torrenti. Con il tombinamento dei corsi d’acqua questi non hanno più un alveo naturale di sfogo, si creano dunque degli strozzi ed esondano. Le soluzioni al vaglio non mancano: in primis, sottolinea Stefano Nicolodi, «dobbiamo preservare il più possibile le aree di esondazione naturale lungo i corsi d’acqua, quali boschi, zone agricole e a prato drenanti, limitando così l’erosione dei terreni liberi causata dall’edificazione di strade, abitazioni private o capannoni, che generano impermeabilizzazione». E aggiunge: «Il punto di non ritorno è prossimo ma abbiamo ancora margine per preservare i nostri territori e intercettare e smaltire naturalmente l’acqua piovana». Tra le possibili soluzioni anche le vasche di contenimento e le dighe che però devono essere una possibilità da prendere in considerazione solo laddove non fosse possibile contare su superfici drenanti naturali disponibili.
Comitato Bevere: la richiesta di attenzione di Anna Nicolodi
Per la presidente del Comitato ciò che serve ai comuni come Briosco, Bulciago o Cremella è «avere sul territorio la presenza di figure che conoscono gli spostamenti delle acque, così da poter progettare oculatamente le opere future», nel rispetto della natura e in un’ottica di salvaguardia a lungo termine. Certo è che accanto ai piccoli Comuni sono gli enti pubblici superiori che si spera possano prendere a cuore la situazione e aiutare i territori a contrastare efficacemente questa problematica.