25 aprile a Monza: «Non rassegnarsi all’ingiustizia e coltivare la memoria»

Monza, 25 aprile 2015, il sindaco Scanagatti: «Di fronte all’emergenza umanitaria nel Mediterraneo possiamo davvero dire che il fascismo non esista più?». Nuova targa commemorativa di fianco all’Agenzia delle entrate, che fu Casa del fascio.
Monza, le celebrazioni per il 25 aprile
Monza, le celebrazioni per il 25 aprile Fabrizio Radaelli

“In memoria degli oppositori del regime nazifascista che furono torturati in questo luogo, all’epoca sede della casa del fascio e in seguito caserma delle brigate nere”. Monza, 25 aprile 2015: accanto al portone d’ingresso dell’Agenzia delle entrate è stata apposta una nuova targa commemorativa, ufficialmente inaugurata sabato mattina al termine delle celebrazioni organizzate dall’amministrazione comunale in occasione del 70esimo anniversario dalla liberazione dal nazifascismo.


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A svelarla al pubblico il sindaco Roberto Scanagatti, il prefetto della provincia di Monza e Brianza Giovanna Vilasi e l’onorevole Virginio Rognoni, che ha partecipato alla cerimonia in rappresentanza di Anpi. Ma le celebrazioni in città sono iniziate molto prima: alle 9 monsignor Silvano Provasi, arciprete del duomo di Monza, ha officiato la santa messa nella cappella del cimitero urbano, al termine della quale un corteo ha reso omaggio ai campi dei caduti della Resistenza, alla stele ANEI e al campo dei caduti di tutte le guerre. Dal cimitero il corteo si è spostato in piazza Citterio: accompagnato dalla Banda della città di Monza ha attraversato via Carlo Alberto e via Italia, per giungere in piazza Trento e Trieste dove si è svolta la cerimonia dell’alzabandiera e dove hanno preso il via le celebrazioni ufficiali.

«La Resistenza è stata una rivolta morale di tutto il paese nei confronti del fascismo e di una guerra infame. La nostra resistenza si collega a quella degli altri paesi europei per cui se di guerra civile dobbiamo parlare, parliamo di una guerra civile europea: che ha contrapposto i principi della libertà e della democrazia ai principi esattamente contrari – ha dichiarato l’onorevole Virginio Rognoni – All’epoca la dittatura non era stata combattuta a sufficienza, noi oggi dobbiamo un dovere ben preciso, quello della memoria. E il 25 aprile non si celebra un rito che passivamente si ripete, perché si celebra proprio la memoria, si celebra il ricordo dei nostri padri costituenti, degli esponenti dei nostri vecchi partiti democratici».

Nicola Barlassina, alunno dell’istituto Hensemberger di Monza, ha preso parola a nome di tutti gli studenti monzesi, ricordando quanto sia fondamentale per le nuove generazioni considerare la storia come vero esempio e come concreto punto di riferimento. E se il consigliere provinciale Domenico Guerriero, in rappresentanza della provincia brianzola, ha rimarcato quanto «il 25 aprile debba costituire un momento esemplare per ricordare gli ideali e i valori che hanno guidato i nostri partigiani, soprattutto in momenti come questi, in cui il vento dell’antipolitica non ha mai soffiato così forte», il sindaco di Monza Roberto Scanagatti ha lanciato una forte provocazione: «Di fronte all’emergenza umanitaria che sconvolge il nostro Mediterraneo – ha dichiarato – possiamo davvero dire che il fascismo non esista più? Perché in realtà si nasconde nella politica più debole, nei giudizi forzati espressi contro chi è diverso, nella rassegnazione all’ingiustizia, nell’abitudine a voltare la faccia dall’altra parte, nel conformismo. Non dobbiamo lasciare che il sonno della ragione distrugga la pace e la democrazia».