Il Bosco delle querce, con la sua componente storica e le ancora oggi discusse vasche della diossina, è il simbolo della memoria di Seveso e Meda per il disastro del 10 luglio 1976. Oggi, a distanza di 45 anni, le componenti ambientali e civiche ritornano in strada e sull’erba del parco per la presentazione di un progetto di ampliamento e per continuare a difendere il significato che per tutti questi anni, dalla sua fondazione ai giorni nostri, il Bosco delle Querce ha rappresentato per tutta la cittadinanza, sia chi ha vissuto in prima persona i fatti, sia chi li ha scoperti dai racconti dei genitori e dei nonni, sia chi è arrivato ad abitare a Seveso da pochi anni. «L’ampliamento del Bosco delle Querce», spiegano dalle associazioni Legambiente Seveso, Seveso Futura, Sinistra e Ambiente Meda, Impulsi e Àntes, «sarebbe un segnale di rinascita e di comprensione che la memoria del passato costituisce parte del nostro futuro». Tra i promotori della raccolta firme anche il Partito democratico di Seveso che ha cominciato con i primi banchetti ed ha portato la questione in consiglio comunale, attraverso una mozione votata praticamente all’unanimità, da tutte le forze.
«L’ampliamento dell’area verde nata come memoriale storico e fascia di rispetto e contenimento delle sostanze nocive sprigionate dall’evento di 45 anni fa non è solo una questione ambientalista, ma una questione di civiltà», aggiungono i promotori dell’evento, «in contrasto al cedimento strutturale e culturale di fronte alle grandi opere come Pedemontana. Il bosco delle querce fu il risultato di un lavoro di pensiero comune, oggi stiamo andando a perdere quel ponte costruito dalle amministrazioni precedenti con la cittadinanza. Bisogna recuperarlo».
Qui Seveso
Gli appuntamenti a sostegno delle iniziative copriranno tutta la giornata di sabato 10 luglio: si comincia alle 10 con i gazebo delle associazioni per la firma della petizione, a seguire alle 15 la visita guidata del Bosco delle Querce, alle 16 il dibattitto sul futuro del parco ed alle 18 l’evento musicale organizzato con la collaborazione di Musicamorfosi e con Bandakadabra. Nella giornata del quarantacinquesimo anniversario del disastro della diossina, scendono in campo anche il coordinamento No Pedemontana e l’associazione Seveso memoria di parte che hanno in programma una giornata che «quest’anno assume un significato ancora più importante e dimostra l’attualità di questa memoria. Per questo abbiamo pensato di proporre, come ultimo evento, un momento di conversazione rileggendo il libro di Marcella Ferrara Le donne di Seveso». Interverrà per l’occasione Nicoletta Poidimani, ricercatrice indipendente e coautrice di Topo Seveso. L’incontro si terrà alle 18 in piazza Confalonieri.
Qui Meda
Dal lato medese del Bosco delle Querce parte una lunga rassegna di eventi. In occasione del giorno esatto del 45esimo anniversario del disastro dell’Icmesa si comincia alle 20 con il Festival overture e la Marching Band Bandakadabra che suonerà nel cortile del municipio e nelle vie adiacenti (alle 18 la stessa banda sarà in concerto all’ingesso del parco a Seveso). Alle 21, Rischio accettabile, la presentazione dell’installazione “Ciò che è vivo” di Emanuela Ascari con Francesca Guerisoli e Emanuela Ascari che dialogano su arti visive e ambiente. Alle 21.30, Il paese delle facce gonfie di Paolo Bignami, con Stefano Panzeri per la regia di Marco Di Stefano, un monologo agrodolce per un evitabile disastro ambientale, a cura de la Confraternita del Chianti – Aida.
Sulla Rai
È in programmazione ormai da qualche giorno su RaiPlay la ventiseiesima puntata di “Ossi di Seppia. Il rumore della memoria” interamente dedicata al disastro del 10 luglio 1976. La trasmissione solitamente ripercorre gli eventi che hanno caratterizzato gli ultimi trent’anni della storia italiana attraverso le testimonianze di chi l’ha vissuta ed in questo caso sarà Alberto Colombo, testimone diretto, a raccontare con l’ausilio di immagini storiche quanto accadde quel giorno.