Raffreddore e tosse nei più giovani: «Covid o tampone? Importante consultare il pediatra di famiglia»

Nelle ultime due settimane si sono moltiplicati i casi di infezioni delle alte vie respiratorie. Quando preoccuparsi e come comportarsi? «Importante rivolgersi al curante, l’augurio è che il raffreddore torni a essere solo un raffreddore: le alte percentuali di vaccinazioni anche nella fascia 12-16 anni sono un buon segno», spiega il pediatra Massimo Bonomi.
Raffreddore e tosse nei più giovani: «Covid o tampone? Importante consultare il pediatra di famiglia»

La ripresa delle scuole, l’avvio di tutte le attività e le temperature ballerine, con escursioni termiche tra il mattino e il pomeriggio di quasi dieci gradi, hanno portato all’aumento nelle ultime due settimane dei casi di raffreddore, tosse e di tutti quei sintomi definiti “simil influenzali”.

Situazioni che venivano gestite senza alcun problema o preoccupazione prima della pandemia, ma che ora portano i genitori a temere subito che possa trattarsi di Covid-19.

«Nelle ultime due settimane il carico di lavoro, di visite e di telefonate è notevolmente aumentato per noi pediatri – conferma Massimo Bonomi, pediatra di famiglia con studio a Biassono – In questo lasso di tempo abbiamo riscontrato una crescita importante delle infezioni delle alte vie respiratorie. Questo ovviamente non significa che si tratta per tutti di infezione da Covid. Per questo è sempre necessario un consulto con il curante».

Non esistono norme precise per distinguere una semplice influenza da un contagio da Covid.

Raffreddore e tosse nei più giovani: «Covid o tampone? Importante consultare il pediatra di famiglia»
Influenza, raffreddore o covid? – foto prostooleh/it.freepik.com

«Ci sono scuole più tolleranti versi sintomi come raffreddore o tosse, altre più rigide. Mentre la presenza di febbre comporta per tutti un immediato allontanamento da scuola, tosse e raffreddore possono essere interpretati differentemente da scuola a scuola dal momento che non ci sono indicazioni precise. O meglio il Ministero ha fornito norme generali che poi vengono interpretate di volta in volta dai singoli responsabili Covid o dai docenti incaricati».

Non è sempre necessario sottoporre i bambini “raffreddati” a tampone, «è una decisione che spetta al curante. Non serve nemmeno precipitarsi in pronto soccorso quando compaiono questi sintomi. La cosa migliore è osservare l’evolvere della situazione e chiedere consiglio al proprio pediatra di famiglia», aggiunge Bonomi.

«Mi auguro che questo autunno sia molto diverso dal precedente – conclude Bonomi – e che il raffreddore torni ad essere solo un raffreddore. Le alte percentuali di vaccinazioni anche nella fascia 12-16 anni sono un buon segno. Nel nostro territorio le adesioni hanno superato il 70%, anche per il fatto che le società sportive hanno richiesto il Green pass agli iscritti per poter praticare sport al chiuso».

L'autore

Nata nell’anno dei due presidenti e dei tre papi. Scrivo per il Cittadino dal 2009, prima solo per l’edizione cartacea poi per la tv e il sito per cui realizzo anche servizi video. Mi occupo di chiesa locale, cronaca, volontariato, terzo settore, carcere. Con l’associazione Carcere Aperto nel 2011 ho realizzato insieme al fotografo Antonio Pistillo la mostra “Guardami”, dove abbiamo raccontato le storie dei detenuti della casa circondariale di Monza.