È diventato, suo malgrado, uno dei volti dell’opposizione a Pedemontana. Con il gruppo concorezzese de La Rondine, di cui è capogruppo in consiglio comunale (e rappresentante in Brianza Rete Comune in quello provinciale), Francesco Facciuto ha svolto sin dagli esordi un lavoro di ricerca puntuale su tutto quello che riguarda l’autostrada. Sul sito de La Rondine è possibile – per gli amanti del genere – trovare di tutto e di più. Documenti, delibere, interviste, analisi. Insomma, la Treccani di Pedemontana.

Pedemontana, il fronte del No: mancanza di trasparenza e piano tariffario
Da dove cominciamo?
Direi dalla mancanza di trasparenza. La Corte dei Conti di recente ha messo a fuoco diverse serie criticità sul piano economico-finanziario, nell’ambito di quello che ha chiamato “un quadro disomogeneo e non sufficientemente trasparente sotto il profilo dei criteri, dei modelli tariffari applicati e dei sistemi di ammortamento degli investimenti”. Questa mancanza di trasparenza trova conferma nelle parole del direttore generale Sabato Fusco. La cosa non mi sorprende e non deve scandalizzare: il direttore Fusco è l’esecutore di una linea politica stabilita dall’attuale governo di Regione Lombardia, sicché sarebbe ingiusto attribuirgli eccessive responsabilità. Bisogna però avere la cura di ristabilire alcuni elementi.
Di che genere?
Partiamo dal piano tariffario. Il direttore Fusco richiama il costo del pedaggio di 0,18 euro/km, che comunque è due volte quello dell’autostrada A4. Dimentica però di ricordare che il Piano economico finanziario di Pedemontana oggi in vigore prevede incrementi annui del 2,35% all’anno. Questo incremento è stato recentemente corretto al rialzo, arrivando al 3,5%, come accordato dal Governo con la delibera Cipess del 29 maggio 2024. In conclusione, al primo anno di entrata in esercizio, Pedemontana costerebbe circa 17 euro al cittadino che percorre andata e ritorno la nostra Provincia. Questi diventerebbero 25 euro tra dieci anni, 35 euro tra venti anni, 50 euro tra trenta anni. Se pensiamo alla mancata crescita degli stipendi dei cittadini negli ultimi decenni, ci rendiamo immediatamente conto di come questo piano tariffario sia illogico e palesemente assurdo.
Pedemontana, il fronte del No: la norma nel Decreto Pnrr 4
Secondo Pedemontana la domanda sarebbe comprovata da analisi effettuate dagli istituti di credito che hanno erogato i prestiti…
I promotori di Pedemontana sovrastimano palesemente la domanda. Sulla nostra area questa è rimasta tendenzialmente costante dal 2000 al 2020, con un picco nel 2008 e poi una decrescita con la crisi, tornando nel 2020 ai valori del 2000. Pedemontana prevede dal 2021 un miracolo: nei prossimi 20 anni un +35%. Questo è solo un esempio. La verità è che le previsioni di traffico elaborate dai promotori di Pedemontana sono distorte e tutt’altro che credibili. Non si capisce peraltro come il dg Fusco possa affermare che i risultati di traffico sulla tratta già realizzata siano in linea con le previsioni fatte: l’arteria è sottoutilizzata e Pedemontana ha registrato perdite milionarie anno per anno, mostrando nei fatti l’insostenibilità della gestione. Per inciso, le banche con le quali ci stiamo indebitando, non appurano la sostenibilità dell’opera. Hanno un obiettivo differente: prestano soldi, maturando un interesse significativo; si sincerano della copertura data dal decisore pubblico. In altri termini, se Pedemontana non regge ci penserà la collettività a ripianare il debito. Basti pensare che il Governo ha recentemente approvato una norma “salva Pedemontana”, inserendola nel Decreto Pnrr 4.
Cosa prevede la “salva Pedemontana”?
Le disposizioni per la formazione del bilancio dello Stato (Legge n. 350 del 2003) proibiscono il ricorso all’indebitamento per la ricapitalizzazione di aziende o società, quando finalizzato al ripiano delle perdite. Ed è qui che è subentrata la “salva Pedemontana”. Il divieto all’indebitamento è stato rimosso solo per quest’ultima grazie a una norma infilata nel Decreto Pnrr 4 (anche se Pedemontana non ha nulla a che fare con il Pnrr), poi convertito in legge, la numero 56 del 2024. Con questo espediente, il governo di Regione Lombardia ha potuto allocare altri 431 milioni di euro per Pedemontana (Delibera XII/2964 della Giunta Regionale, del 5 agosto 2024). Risorse che vanno a sommarsi ad un debito già miliardario e che peserà sulle future generazioni, come più volte ribadito dalle autorità di controllo e dalla magistratura contabile.