Brugherio, quel bonifico salvacarriera che perdona il “cognatissimo”

Maurizio Ronchi ha avanzato la proposta di versare 2.500 euro per lasciarsi alle spalle una condanna per abuso d'ufficio. Ma il sindaco Roberto Assi tergiversa e non firma
Brugherio 2025 Ronchi
Maurizio Ronchi

A Brugherio c’è un “fascicolo” che da due anni prende polvere più di un confessionale in agosto. La richiesta di riabilitazione di Maurizio Ronchi, ex sindaco e “cognatissimo” di Fabio Meroni, un tempo potentissimo. Lo stesso ras (allora leghista) che negli anni d’oro distribuiva “benedizioni ed incarichi” come ostie alla messa di Natale. Ronchi, condannato per abuso d’ufficio, ha deciso da tempo che è ora di lavare l’onta. È un suo diritto. E per esercitarlo ha trovato la formula magica: dare 2.500 euro al Comune come risarcimento del “danno d’immagine”. Passaggio obbligato il risarcimento per ottenere la riabilitazione e un certificato penale nuovamente immacolato.

Caso Ronchi: l’indecisione del sindaco Assi

Un gesto di grande generosità, se si pensa che con la stessa cifra, oggi, a Brugherio e in Brianza si compra giusto una panchina nuova e forse mezzo lampione. Ma si sa, i miracoli della redenzione amministrativa passano anche dal bonifico. L’idea è semplice: un assegno e via, come se l’abuso fosse un graffio da carrozziere. Un pizzico di pasta abrasiva e tutto torna come nuovo. Legittima aspettativa questa, quello che non si riesce a spiegare come mai il primo cittadino attuale tentenni sull’argomento. Forse dire che la cifra fa ridere potrebbe procuragli dei danni nel governare l’attuale maggioranza già scossa in queste ore in bel altro tipo di scandali? Nel bene o nel male Ronchi rimane una pedina indispensabile per puntellare il primo cittadino. Nel frattempo, il sindaco Roberto Assi, che di mestiere fa l’uomo indeciso con fascino da commercialista, ha la pratica nel cassetto da due anni. Non la firma, non la respinge. Forse spera che si autoarchivi per consunzione. Ogni tanto apre il cassetto, guarda la richiesta, sospira e lo richiude. Del resto, come dire di no a uno che per anni è stato una bandiera o almeno il palo della bandiera del centrodestra brianzolo?

Caso Ronchi: il “cognatissimo” aspetta la redenzione

Ronchi, che ai tempi d’oro girava per la Brianza come l’ambasciatore plenipotenziario di Meroni, oggi tenta la via del perdono burocratico: meno rosari, più carte bollate. In fondo, la riabilitazione è un po’ come la dieta: tutti la promettono, pochi la iniziano davvero, ma fa sempre buona impressione dirlo in pubblico. E se bastano 2.500 euro per “ripulire” un abuso d’ufficio, c’è da chiedersi quanto costi cancellare un’intera carriera politica. Assi, nel dubbio, sulla questione sembra don Abbondio. Magari, col nuovo bilancio, quei soldi servono davvero. E poi, vuoi mettere l’imbarazzo? Dire no a Ronchi, in Brianza, è come bestemmiare a un pranzo di famiglia. Meglio aspettare tempi migliori. Intanto, il “cognatissimo” aspetta la sua redenzione. Magari con lo sconto fedeltà.

L'autore

Marco Pirola fu Arturo. Classe 1962, quando l’Inter vinse il suo ottavo scudetto. Giornalista professionista cresciuto a Il Giornale di Montanelli poi approdato su vari lidi di carta e non. Direttore del settimanale L’Esagono prima e di giornali “pirata” poi. Oggi naviga virtualmente nella “tranquillità” (si fa per dire…) dei mari del sud come direttore responsabile de Il Cittadino.