Il “mal d’Africa” non è solo per poeti e romanzieri. Colpisce chiunque sappia aprire occhi e cuore per farsi abbracciare dalla gente e dagli incontri. Così succede che in Africa, in Tanzania, ci vai quasi per caso e in meno di un mese quel calore e quel senso di vita autentica diventino già nostalgia prima ancora di ripartire verso casa, tanto da prenotare già il prossimo volo, stesso posto, stessa gente. È successo al lesmese Daniel Battisti, 19 anni (quasi 20), studente di economia e management in Cattolica, da un anno consigliere comunale nelle liste di Lesmo amica. Insieme all’amica Rossella Cazzaniga, 23 anni, psicologa, anche lei di Lesmo, è partito per Zanzibar, per un mese di volontariato a servizio degli studenti della scuola gestita dalla Zanzibar learning 4 life foundation.
Volontariato: l’affresco di un’esperienza unica ed indimenticabile

«Da un paio di anni pensavo di cimentarmi in un’esperienza di volontariato -racconta a poche ore dal suo rientro in Italia-. Non avevo mai fatto volontariato anche se ho sempre visto l’impegno e la dedizione di mia mamma, da dieci anni volontaria del Cadom. Non sapendo a chi appoggiarci ci siamo rivolti a una associazione che sostiene progetti sociali ed educativi nei Paesi più poveri. Abbiamo scelto Zanzibar perché è una zona turistica, il posto ideale per il nostro debutto da volontari in Africa». Qui i due amici hanno trascorso 23 giorni, insegnando ai bambini delle elementari: «La fondazione accoglie studenti disabili e normodotati. Noi abbiamo scelto di prestare servizio in entrambe le scuole. Ai bambini disabili abbiamo proposto soprattutto animazione e momenti di assistenza e cura, mentre agli altri alunni ho insegnato inglese, matematica, scienze e un po’ di arte». Ogni giorno Daniel incontrava i suoi piccoli alunni, bambini dai 6 ai 9 anni: «In classe non ci sono banchi, scrivevano per terra. Per molti di questi bambini la scuola è una seconda casa. Molti di loro vivono in condizioni di grave povertà. Ho visitato alcune delle case dei miei alunni e in molte non c’era nemmeno un servizio igienico, ma solo una buca nel terreno».
Volontariato: una raccolta fondi ha già prodotto frutti

Quando l’inglese non funzionava si passava ai gesti o a qualche collega insegnante disposto a tradurre in swahili, la lingua ufficiale. Già durante la loro permanenza i due giovani volontari hanno provveduto ad acquistare un po’ di materiale da destinare alla scuola e agli alunni. «Poi però abbiamo pensato che in questo progetto avremmo potuto coinvolgere tanti nostri amici disposti ad aiutarci -continua Battisti-, così è nata la raccolta fondi». Sulla piattaforma online gofundme.com hanno aperto una raccolta fondi dal titolo “Dona oggi, cambia il domani di un bambino”. Fino ad oggi sono già stati raccolti quasi 1500 euro, «che è più dello stipendio annuale di un insegnante a Zanzibar», spiega Daniel. La cifra verrà consegnata direttamente al direttore della scuola e sarà investita per migliorare le condizioni della scuola e degli alunni. «I giorni che abbiamo vissuto a contatto con i bambini sono stati straordinari -conclude Battisti-: mi sono sentito veramente vivo e davvero utile. È vero quello che ci dicevano: torni cambiato, e con la voglia di migliorarti ancora di più. Ho già pensato di tornare qui il prossimo anno, magari però con una mansione di dirigenza all’interno della scuola, per mettere così a frutto anche i miei studi di economia».