Ac Monza: mani in alto, arrivano gli Yankees

L'intervento del direttore Marco Pirola: il Monza calcio cambia bandiera ed è la fine ufficiale dell’era berlusconiana.
Ac Monza Silvio Berlusconi - foto Ac Monza
Ac Monza Silvio Berlusconi – foto Ac Monza

Il Monza calcio cambia bandiera. E stavolta non è una coreografia in curva: è la fine ufficiale dell’era berlusconiana. Quella dei voli (quasi) pindarici, dei sogni glamour. Dei pullman a vetri oscurati ricolmi di speranze, di quelli pieni di…. come premio. Dei discorsi da spogliatoio in puro latinorum brianzolo. A comprare la società è un fondo americano. La notizia ha la potenza simbolica di un triplice fischio: finisce qui l’ultima favola calcistica di Silvio Berlusconi. Era stato l’ultimo grande colpo di teatro del Cavaliere: prendere il Monza in Serie C e portarlo in A a suon di promesse, battute e milioni. Non è servita una bacchetta magica, ma un asse saldo con l’amico Adriano Galliani, l’uomo che parla fluentemente il linguaggio dei direttori sportivi, dei contratti pluriennali e delle clausole rescissorie. Dei soldi. Loro due sono stati un “duo vintage”, ma ancora capace di incantare.

Ac Monza: cosa resta?

Oggi però il Monza volta pagina. Gli eredi di Berlusconi, più esperti di holding che di fuorigioco, hanno deciso che è tempo di monetizzare. Così, dopo mesi di trattative sussurrate, arriva la fumata bianca. A rilevare il club sarà un fondo statunitense, con capitale a stelle e strisce e visione globalizzata.
Cosa resta dell’epoca di Silvio? Una promozione da copertina, la trasformazione di una squadra di provincia in un piccolo miracolo sportivo. Soprattutto una narrazione da film, che mischiava calcio, politica, marketing e nostalgia spesse volte canaglia. Dentro e fuori dal campo. Sugli spalti come nei peggio bar di Cederna dove gli avventori tra una birra e l’altra assaporavano con la schiuma il sogno. Stop. Ora comincia la fase due. Quella dei Ceo, degli advisor, delle strategie “cross market”. Il cuore resta biancorosso, ma il portafoglio ora parla solo inglese.

L'autore

Marco Pirola fu Arturo. Classe 1962, quando l’Inter vinse il suo ottavo scudetto. Giornalista professionista cresciuto a Il Giornale di Montanelli poi approdato su vari lidi di carta e non. Direttore del settimanale L’Esagono prima e di giornali “pirata” poi. Oggi naviga virtualmente nella “tranquillità” (si fa per dire…) dei mari del sud come direttore responsabile de Il Cittadino.