Nel centesimo anniversario dalla nascita di Aldo Juretich la consulta di quartiere di Triante ha pensato a un omaggio che possa rimanere a memoria non solo della vita e del suo pensiero, ma anche come monito per le future generazioni. Allo street artist Joe Palla è stata commissionata l’ideazione del bozzetto per la realizzazione di un murales di 8 metri per 4 da collocare proprio all’ingresso della biblioteca di Triante, intitolata ad Aldo Juretich.
Peccato però che ad Ada Apruzzese, moglie di Juretich e ad Umberto de Pace, suo biografo, il disegno in questione non piaccia. Un commento inaspettato per l’artista che il 9 giugno ha presentato il suo lavoro nella sede della consulta davanti alla signora Juretich e a de Pace.

L’opera raffigura il viso adulto di Aldo, con la bocca spalancata in un urlo di speranza, come ha spiegato Palla. Sullo sfondo, quasi impercettibili ma presenti, i dettagli delle bandiere nazista e comunista, a simboleggiare gli orrori del Novecento, e poi il sole simbolo universale di speranza e la stessa parola “speranza” ripetuta in tutte le lingue del mondo nella cornice che circonda il disegno. Dalla bocca del prigioniero deportato sull’isola di Goli Otok escono libri a forma di farfalla, «a ricordare come solo la conoscenza di quanto è successo e la cultura possano spezzare le catene dell’ignoranza e della dittatura», ha aggiunto l’artista.
Ma nonostante la descrizione dettagliata dei tanti simboli e rimandi contenuti nel bozzetto, il giudizio di Ada Apruzzese non è cambiato. «Quel disegno non mi piace – ha detto – non mi piacciono i colori con cui è stato realizzato (il viso è blu e la bocca verde, come è lo stile di Joe Palla, ndr) e poi non lo rappresenta quell’espressione del viso così arrabbiata, lui che era un uomo mite. Vorrei un ritratto più simile al vero. L’ho fatto vedere anche a mio figlio e a mia nipote che ha vent’anni e anche a loro non è piaciuto».
Palla ha provato a mediare, proponendo di addolcire i lineamenti del viso, ma non solo. «Mi accorgo che il sole dietro la testa è troppo marcato, cercherò di smussarlo. Ho scelto l’azzurro per l’incarnato perché è un colore poetico, aereo. Questo murales però vuole essere un simbolo e non un ritratto, il messaggio che offre va oltre ma al contempo deve rimanere colorato e leggero».
A rincarare la dose anche Umberto de Pace, autore di “D’amore e orrore”, la biografia di Aldo Juretich. «A me non piace e nemmeno ai tanti di cui ho raccolto le opinioni e che hanno conosciuto Aldo. Quel disegno non è rispettoso della sua figura. È improprio ritrarlo mentre urla, proprio lui che ha scelto per anni di rimanere in silenzio rispetto alle sofferenze subite. E noi invece lo mettiamo su un muro con la bocca spalancata in un urlo? Per non parlare dei simboli nazista e comunista che non riflettono certo il pensiero di Aldo».
Ora toccherà all’artista raccogliere i suggerimenti e modificare (senza stravolgerla) l’opera proposta. Intanto la consulta ha avviato una raccolta fondi nei negozi del quartiere per sostenere la realizzazione del murales che dovrebbe essere completato entro l’autunno.