Scommesse illegali dei calciatori di serie A: ai domiciliari i 5 presunti gestori

Ordinanza eseguita dalla guardia di finanza nei confronti di cinque indagati, tra i quali un lissonese, presunti gestori del "giro" di scommesse illegali
Guardia di finanza
Guardia di finanza

Arresti domiciliari per i cinque presunti gestori del “giro” di scommesse sportive illegali che ha visto coinvolti numerosi giocatori di serie A. L’ordinanza è stata eseguita dalla Guardia di Finanza di Milano, su delega di questa Procura della Repubblica. E’ stata disposta dal Giudice per le Indagini Preliminari dopo un interrogatorio degli indagati, tra i quali un lissonese, per i reati di esercizio abusivo di attività di gioco e scommesse e riciclaggio.

Scommesse illegali, anche un lissonese tra gli indagati

Si tratta dell’epilogo di una indagine condotta dalla Sezione di Polizia Giudiziaria, aliquota Guardia di Finanza della Procura di Milano, che ha portato a individuare un gruppo, attivo nell’area milanese, che avrebbe organizzato in maniera illecita scommesse anche tramite piattaforme online non autorizzate. I proventi, “attualmente quantificati in 1.533.753 euro“, sempre secondo le indagini sarebbero stati riciclati.

I cinque indagati, lo scorso 11 aprile, erano già stati destinatari di un decreto di perquisizione e di un decreto di sequestro preventivo di una somma corrispondente: 929.742,60 in rapporti finanziari, 104.085 in contanti e sei unità immobiliari del valore complessivo stimato di circa mezzo milione e altri 240mila euro in contanti rinvenuti presso una gioielleria milanese “oggetto di perquisizione, indagata per responsabilità amministrativa”).

Scommesse illegali, il sequestro preventivo e la gioielleria

Da quanto ricostruito, nella gioielleria milanese, “attraverso finte vendite di orologi e beni di lusso mai consegnati”, con, “nella maggior parte dei casi”, l’emissione di fatture, sarebbero stati in realtà pagati i debiti di gioco con “un consolidato e strutturato sistema per il pagamento” che si sarebbe avvalso “di prestanomi e strumenti finanziari come carte PostePay, conti Revolut e correnti bancari”. Non solo: alcuni scommettitori, “incentivati da bonus o sconti sui debiti accumulati”, avrebbero “promosso attivamente le piattaforme illegali”.

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