Seregno, Federica Pellegrini sul palco: la Divina si racconta a cuore aperto

La campionessa veneta ha risposto alle domande di Maurizio Losa, nell'ambito del programma per la città europea dello sport, ripercorrendo un'esperienza di successo
Seregno Federica Pellegrini ospite per Seregno città europea dello sport
Federica Pellegrini con Maurizio Losa, le autorità comunali ed i vertici di BrianzAcque, sponsor del pomeriggio

Una ragazza simpatica, spontanea, positivamente lontana dall’immagine di campionessa irraggiungibile, che aveva sempre accompagnato il suo percorso nel mondo sportivo. È apparsa così mercoledì 2 aprile, sul palco del teatro San Rocco di via Cavour a Seregno, gremito da oltre cinquecento persone, Federica Pellegrini, la Divina del nuoto, ospite di uno degli appuntamenti di punta inseriti nel programma di Seregno città europea dello sport. L’ex fuoriclasse veneta si è confessata a cuore aperto, rispondendo alle domande di Maurizio Losa, presidente del comitato organizzatore.

Federica Pellegrini: il nuoto come centro della propria vita

Federica Pellegrini con Maurizio Losa

«A 6 anni ho deciso di dedicarmi alla ginnastica artistica e l’ho fatto per un anno -ha spiegato-. Ma ho capito che non era il mio mondo e ho ritrovato il ballo solo dopo 30 anni, a “Ballando con le stelle”. Il nuoto è uno sport che va allenato con costanza, con gare importanti una volta all’anno. Devi trovare il divertimento in allenamento. Io sono cresciuta con la mia squadretta ed ho avuto compagni che poi sono diventati importanti per me». L’approfondimento ha riguardato anche le modalità di approccio allo sport: «Sacrificio è una parola che non mi piace. Per me il nuoto non è stato sacrificio. È la strada che ho scelto di intraprendere. Tutto per me girava attorno al nuoto, ma ero io che volevo che girasse. Ho sempre lavorato per non perdere, più che per vincere».

Federica Pellegrini: Atene 2004, Milano, gli allenatori e la cultura al maschile

Il pubblico in sala

Uno dei momenti più belli del percorso è stata la medaglia d’argento nei 200 stile libero, conquistata alle olimpiadi di Atene nel 2004: «Avevo 16 anni ed erano 32 anni che l’Italia non andava a medaglia. La precedente era stata conquistata da Novella Calligaris. Io ero alla prima olimpiade, ero la mascotte degli azzurri, vista l’età. Mi ha infastidita che, più che celebrare la medaglia d’argento, si sia parlato di una medaglia d’oro sprecata. La telecronaca con la voce del telecronista che si affievolisce un po’ ancora mi dispiace». Le esperienze di vita affrontate sono state quindi parecchie: «Mi sono trasferita a Milano a 16 anni, per seguire il mio allenatore. Oggi non lo rifarei, ma aspetterei forse almeno un biennio, perché quella è una fase particolare per una ragazzina». Il focus si è poi concentrato su alcuni tecnici: «Alberto Castagnetti è stato la persona giusta al posto giusto. Mi ha riportata a Verona e sono ripartita. Con Philippe Lucas ho lavorato tanto sulla quantità. Quindi è arrivato Matteo Giunta, che oggi è mio marito, con cui ho affinato qualità e velocità». Sotto la lente è finito anche il rapporto con i giornalisti e, più in generale, con il mondo esterno: «All’inizio ero in lotta con tutti e con me stessa. Negli ultimi 10 anni, invece, le cose sono andate meglio. Sono stata definita anche stronza, ma si tratta di un problema di retaggio culturale al maschile. Un maschio che ha successo è un figo, Una donna di successo è una stronza o è andata a letto con qualcuno. Serve educazione, perché l’educazione porta al rispetto».

Federica Pellegrini: la felicità per le olimpiadi di Milano-Cortina

Federica Pellegrini firma al termine le copie del suo volume “Oro”

Il passo seguente ha riguardato infine Matilde, quindici mesi, la bambina arrivata ad allietare la sua unione con Matteo Giunta: «Mia figlia è in acqua da quando aveva quaranta giorni. In casa viviamo di sport e penso che lei farà uno sport. La decisione toccherà però a lei». La chiosa ha parlato di nuovo di olimpiadi: «Sono felice di vedere l’Italia sede olimpica con Milano-Cortina. Sarà un’opportunità per i giovani, che hanno bisogno di appassionarsi a qualcosa».

L'autore

Seregnese, classe 1973, lavoro a “Il Cittadino di Monza e Brianza” dal 1998 e mi occupo dei paesi della Brianza Nord. Presidente del Circolo culturale San Giuseppe di Seregno tra il 2013 ed il 2019, ho curato in prima persona o partecipato alla stesura di più di una ventina di pubblicazioni, tutte riguardanti storie o personaggi della città in cui sono cresciuto e vivo.