Giornata dell’acqua: anche ST, A2A e BrianzAcque nel libro bianco di Assolombarda

La situazione in chiaroscuro dell'acqua in Lombardia, gli investimenti nel Servizio Idrico integrato e le soluzioni comunità idriche e certificati blu
Alberto Dossi, Vicepresidente di Assolombarda con delega alla Transizione ecologica
Alberto Dossi, Vicepresidente di Assolombarda con delega alla Transizione ecologica

Ci sono anche STMicroelectronics, A2A e BrianzAcque tra le dieci storie aziendali di imprese impegnate nella gestione dell’acqua nel libro bianco “L’Industria dell’acqua”, voluto dal Gruppo Tecnico Ambiente di Assolombarda, in collaborazione con il Gruppo di Lavoro Risorsa Idrica, redatto dal Settore Centro Studi, Territorio e Ambiente dell’Associazione con i contributi di GREEN Università Bocconi, REF Ricerche, ANRA e Fabio Petruzzelli di AXA XL Risk Consulting, presentato in occasione della Giornata mondiale 2025 dedicata “all’oro blu”.

“Il 70% della superficie del nostro pianeta è ricoperta d’acqua ma appena l’1% è utilizzabile dall’uomo” dice Assolombarda. “Per di più, la disponibilità della risorsa si sta facendo sempre più incerta a causa dell’impatto dei cambiamenti climatici, rendendola sempre di più un bene prezioso che va preservato e gestito in maniera efficiente e responsabile”. Le altre storie riguardano Circular Materials, De Nora, ICR Industrie Cosmetiche Riunite, L’Oréal Italia, MM, Siemens, Simbiosi.

Giornata mondiale dell’acqua: il volume per far riflettere su soluzioni responsabili

Il volume “intende offrire alcune riflessioni su una questione di portata mondiale, illustrando soluzioni che possono essere promosse dai singoli Paesi, dai territori, dalle aziende, dalle singole comunità, per poi sfociare in percorsi condivisi e responsabili”.

“Nel mondo, a partire dal Duemila, le inondazioni sono aumentate del 134% rispetto al ventennio precedente e, al contempo, la durata della siccità è cresciuta del 29%. In questo scenario – sottolinea Alberto Dossi, Vicepresidente di Assolombarda con delega alla Transizione ecologica – occorre ripensare alla gestione sostenibile della risorsa idrica che deve essere necessariamente legata a un modello di economia circolare. Occorre, in quest’ottica, attuare nuovi percorsi finalizzati alla riduzione degli sprechi, attraverso un’accorta gestione della domanda nell’ottica di ridurre i consumi ed efficientare la distribuzione. Inoltre, sono indispensabili interventi sul fronte normativo, per rendere la legislazione in materia più organica, snella ed efficace. Nel concreto, mi riferisco, ad esempio, alle difficoltà legate alla realizzazione di alcune opere fondamentali come le vasche di laminazione per il contenimento delle piene del SevesoDal 1976 a oggi abbiamo avuto ben 120 esondazioni, tuttavia dei quattro invasi previsti già da tempo, solo uno, quello a Bresso, è operativo”.

Il libro bianco sull’acqua: Servizio Idrico Integrato, investimenti raddoppiati

Parlando di Servizio idrico integrato, in Italia, dal 2016 al 2023, gli investimenti sono raddoppiati, passando da 2,4 miliardi di euro all’anno (pari a circa 40 euro per abitante) a quasi 5,5 miliardi euro (circa 90 euro pro capite), “con un incremento significativo della capacità infrastrutturale e il miglioramento materiale della qualità̀ del servizio”. A dare un forte impulso è dato anche dal PNRR (Piano nazionale di ripresa e resilienza) “che prevede risorse pari a 5,4 miliardi di eurodestinate a migliorare la sicurezza dell’approvvigionamento, a ridurre le perdite e a potenziare la capacità depurativa”.

In chiaroscuro la situazione acqua in Lombardia: “lo stato quali-quantitativo del 24% dei corsi d’acqua superficiali e dell’11% dei laghi è in condizione ‘scarsa’ o ‘cattiva’” dice Assolombarda. E dal punto di vista dello stato chimico, “il 25% non raggiunge l’obiettivo del ‘buono stato’. A questo va aggiunto che il 37% dei corsi sotterranei, riserva per l’approvvigionamento per l’acqua potabile, risulta in ‘stato chimico non buono’ tuttavia dal punto di vista quantitativo tutti i corpi idrici sotterranei raggiungono un livello ‘buono’”.

Tra gli elementi positivi – ha aggiunto Dossi – mi piace segnalare il dato che riguarda le perdite legate al servizio idrico integrato dei territori di Milano, Lodi, Monza e Brianza, Pavia, che sono comprese tra il 12% e il 29%, più basse della media nazionale che si colloca intorno al 40%. Il percorso, anche nel nostro territorio, è però ancora lungo: riteniamo, infatti, che solo attraverso una visione condivisa, un impegno concreto e un’azione coordinata potremo garantire un futuro di tutela e valorizzazione di questa risorsa essenziale”.

Acqua risorsa, le proposte delle aziende: comunità idriche e certificati blu

“Prendendo spunto dai principi cardine espressi nel Rapporto Draghi per un recupero della competitività europea nello scenario globale – prosegue Dossi – il modello di regolamentazione deve evolvere verso un sistema più razionale, efficiente e favorevole all’innovazione, creando quel contesto essenziale per affrontare le sfide del futuro, anche in chiave di sostenibilità”. Secondo le imprese, quindi, in presenza di una regolamentazione “che risulta per alcuni versi incompleta”, strumenti utili sono le comunità idriche e i certificati blu. Le prime si basano su un approccio circolare: l’acqua viene utilizzata, trattata e riutilizzata in un ciclo continuo, riducendo la dipendenza dalle fonti naturali e minimizzando gli sprechi. L’acqua depurata può essere impiegata per irrigazione, usi industriali e servizi pubblici, riducendo la domanda di acqua potabile e migliorando la resilienza delle comunità di fronte a periodi di siccità o emergenze idriche.

I certificati blu, invece, offrono un meccanismo di incentivazione economica per promuovere pratiche virtuose di risparmio e riuso idrico: “strumenti che da un lato creerebbero un mercato regolato in cui aziende, enti pubblici e operatori del settore idrico possono ottenere crediti negoziabili generando un valore economico concreto per chi adotta soluzioni avanzate per la gestione dell’acqua; dall’altro stimolerebbero la collaborazione tra il settore pubblico e privato nella costruzione di un mercato idrico più efficiente e meno dipendente dalle fonti tradizionali”.

Sono numerose – conclude il vicepresidente di Assolombarda – le esperienze delle imprese riportate; tutte hanno un tratto comune: l’adozione di modelli circolari attraverso l’implementazione di soluzioni innovative. Il volume contiene anche due proposte sul tema targate Assolombarda. L’assunto è quello di offrire un meccanismo di incentivazione economica per promuovere pratiche virtuose di risparmio e riuso idrico, facilitando il passaggio verso modelli di gestione più sostenibili”.

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