Monza – La vita può ricominciare a 54 anni. Perché può anche succedere che il titolare di un’attività ottimamente avviata decida, dopo una giusta riflessione, di cambiare lavoro e diventare un «semplice» co.co.co. Di passare, cioè, dal ruolo di piccolo imprenditore a quello di titolare di un contratto di collaborazione coordinata e continuativa. Il percorso che è l’obiettivo di molti lavoratori atipici, quindi, Daniele Rivolta l’ha portato a termine. Ma al contrario e di propria volontà. Un paradosso solo apparente, visto che è l’epilogo di un’interessante esperienza umana e professionale. Daniele, nato a Seregno, è un bravo pasticcere: il mestiere l’ha imparato sul campo. Ha iniziato a 14 anni come l’apprendista. «Ma il salto di qualità – ammette – l’ho fatto dopo il servizio militare».
A 21 anni inizia a lavorare alla pasticceria Olmea di Monza. Poi, sarà per un anno e mezzo il responsabile di una pasticceria di Cormano. Nel 1984, infine, torna a Monza e rileva la pasticceria Laura di via Carlo Rota. Il nome è quello della figlia del precedente titolare. Il nuovo proprietario, nel 1992, ristruttura la pasticceria e nel 2001 rileva l’adiacente Happy Bar, in seguito dato in gestione. Cinque anni fa, Daniele inizia a collaborare con la civica scuola Borsa. In pratica, tiene degli stage di pasticceria dedicati a ragazzi disabili o con problemi di inserimento o con problemi famigliari alle spalle. La cosa funziona: in questi anni, sono sei i ragazzi che, in uno stage di due mesi, iniziano a imparare i «trucchi» del mestiere. «Di sicuro – riconosce Rivolta – è stata una bella esperienza. Anche perché i ragazzi ti si affezionano. Ti vengono a trovare anche dopo: il rapporto non si è spezzato. L’importante, comunque, è che lo stage serva per entrare nel mondo del lavoro».
Da ottobre, comunque, l’attuale titolare della pasticceria Laura è docente a tempo pieno alla scuola Borsa. Per il momento, si divide tra i corsi di cucina e pasticceria e la «sua» attività. Ma ancora per poco: Daniele ha infatti ceduto l’attività e dal 1° gennaio la nuova gestione sarà effettiva. «Già in precedenza – spiega – avevo deciso di cedere l’attività. Il lavoro è impegnativo, anche dal punto di vista amministrativo. E poi c’è stato un pizzico di casualità nella mia scelta: il fatto che alla scuola mancasse il docente di cucina». Daniele, neo docente con famiglia (la moglie Silvia, i figli Riccardo e Silvia), è dunque pronto per un’altra sfida. Senza rimpianti. «Avrei potuto – conclude – fare il rappresentante, ma non avrei potuto trasmettere la mia esperienza. Ora, provo un po’ di sconforto quando i ragazzi non girano. Ma che soddisfazione, quando applicano i miei suggerimenti».
Sergio Gianni