Monza – Una biblioteca virtuale con un milione di volumi a disposizione dei detenuti di Sanquirico. Tanti sono infatti i titoli a cui potranno accedere a partire dal prossimo gennaio, da quando la biblioteca del carcere sarà inserita all’interno del sistema Brianza Biblioteche, che raggruppa trentacinque biblioteche sul territorio. Un progetto pilota, il primo di questo genere che viene avviato in Italia. Un’opportunità incredibile per i detenuti, che potranno avvicinarsi a una scelta di titoli più che centuplicata. Il patrimonio della biblioteca di via Sanquirico, inaugurata nel 2007, ammonta a 7.000 volumi.
«La lettura è uno svago molto diffuso in cella, ma la biblioteca del carcere è ancora troppo sottoutilizzata – spiega Amelia Brambilla, responsabile dal 2006 della biblioteca -. Tanto per cominciare dovremmo ricatalogare tutti i volumi, per poterli davvero inserire nel sistema interbibliotecario». Da gennaio, infatti, i volumi provenienti dall’esterno potranno essere letti dai detenuti, ma i testi appartenenti alla biblioteca del carcere non potranno uscire. «E questo è un vero peccato dal momento che gli scaffali di via Sanquirico ospitano la più vasta raccolta di testi in lingua straniera presente in Brianza. Molte biblioteche hanno in catalogo libri per l’infanzia scritti in lingua straniera, ma nulla più. In carcere invece si trovano romanzi, raccolte di poesie e libri di religione scritti in arabo, albanese e rumeno, le tre lingue straniere maggiormente parlate all’interno del carcere», aggiunge Brambilla. E tra i libri stranieri il più gettonato è certamente il Corano, richiesto in continuazione e molto spesso mai restituito.
A scalare la classifica degli interessi letterari tra i detenuti sono le poesie d’amore, seguite dai libri sulla mafia e la camorra (Gomorra di Roberto Saviano è stato un successo anche tra i reclusi), i codici penali (forse per cercare scappatoie sfuggite all’avvocato o per una difesa fai da te) e i libri fotografici sugli animali. Dal 2007 al 2009 la biblioteca ha registrato 1.247 visite, i libri prestati sono stati 2.274, mentre i detenuti hanno trascorso nella sala 1.689 ore consultando riviste e volumi.
«Ora abbiamo proposto un corso per bibliotecario a cui hanno partecipato una quindicina di detenuti. Tra questi ne sceglieremo uno che si occuperà della biblioteca, facilitando quindi l’accesso, reso adesso difficoltoso dalla mancanza di personale – aggiunge Amelia -. Questo è un grande progetto e abbiamo un anno di tempo per dimostrare la sua validità, e mi auguro davvero che i detenuti per primi sfruttino a pieno questa opportunità».
Sarah Valtolina